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Stop al calcetto, esplode la rabbia di Susanna Graziani

La moglie di Ciccio, che gestisce un impianto con lui: una mattina al telefono per capirci qualcosa, colpiti noi ma a che serve?

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Se c’è chi piange perché non riesce a sposarsi, c’è chi lo fa perché gli hanno tolto il pallone. Amori diversi, ma pur sempre fortissimi. Per molti guai a chi tocca il calcetto. La tipica partitella, appuntamento imprescindibile della settimana. Quella che si gioca normalmente dopo il lavoro, per staccare e ricaricarsi.. Addio a tutto questo, per un mese, almeno da quanto rassicura il premier. Ma tutto dipende da come il virus si comporterà. Una decisione che già ventilava da qualche giorno sui campi e nei gruppi whatsapp delle varie squadre amatoriali di calcetto, in città un piccolo esercito, di ogni età.

Stop al calcetto quindi, ma anche alle partitelle di basket tra amici, incluse nel novero degli sport da contatto, potenzialmente più pericolosi degli sport individuali. Nessuna novità invece per palestre e piscine.

Nello sconforto generale non solo gli appassionati, ma anche chi, di quelle partitelle tra scapoli ed ammogliati, ci vive. "Siamo arrabbiatissimi, come se la colpa del ritorno del virus dipendesse da queste partite" si sfoga Susanna Governini, moglie di Ciccio Graziani e titolare della struttura "Occhi verdi".

"Prima e dopo di ogni partita si provvedeva ad igienizzare tutto, gli spogliatoi più piccoli erano stati chiusi, in quelli più grandi era consentito fare la doccia a metà persone, a tutti veniva fatto firmare un certificato che attestasse la presenza lì, in quel momento. Tutte queste accortezze hanno garantito la massima sicurezza, tant’è che non c’è stato un solo caso di Coronavirus nella nostra struttura. E nonostante tutto ci chiudono di nuovo" spiega arrabbiata. "Ancora una volta siamo difronte a mille incongruenze e lacune. Quando parte questo divieto? Da quando devo stoppare le partite? E’ da stamani (ndr ieri) che sono al telefono per avere dei chiarimenti" racconta. L’amarezza prende il sopravvento, ma in una delle disposizioni finali del nuovo Dpcm, all’articolo 12, è spiegato bene che le disposizioni "si applicano da oggi e sono efficaci fino al 13 novembre". E poi "Credono che il virus vada a colpire solo gli amatori? Perchè se viene da me l’Arezzo calcio,una squadra di professionisti, la posso far giocare? Siamo alla follia". A smorzare gli animi ci prova il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora suFacebook. Chissà se ci riuscirà.

Gaia Papi