LAURA LUCENTE
Cronaca

Strage di Selva Grossa a Civitella: "La Germania paghi 600mila euro"

Il risarcimento a figlia e nipote di Elia Piantini morto nell’eccidio del 10 luglio del 1944 mentre scappava. L’avvocato Luongo: "La sentenza rappresenta un importante precedente, che va oltre al fondo vittime". .

Un’immagine che ritrae il disastro dopo la strage di Civitella(Foto archivio)

Un’immagine che ritrae il disastro dopo la strage di Civitella(Foto archivio)

La Repubblica Federale di Germania è stata condannata dal Tribunale di Arezzo a pagare oltre 600 mila euro di risarcimento a figlia e nipote di Elia Piantini morto nell’eccidio di Selvagrossa. A deciderlo il giudice Marina Rossi. Era il 10 luglio 1944, quando, a solo dieci giorni dopo la strage compiuta a Civitella, nei boschi di Selvagrossa, a pochi chilometri dal comune della Valdichiana, fu perpetrato un altro terribile eccidio. Qui avevano trovato rifugio alcune famiglie scampate all’eccidio del 29 giugno 1944 di Civitella in Val di Chiana, tra cui Elia Piantini insieme alla anziana madre e ai due figli Fiorella e Gian Carlo rispettivamente di 4 e 7 anni. Alcuni uomini furono catturati e impiegati dai tedeschi in ritirata dopo i fatti di Civitella, per preparare le trincee, vennero poi costretti a scavare una fossa dove furono massacrati e sepolti. Tra loro c’era proprio Elia Piantini. I suoi bambini, già orfani di madre, sono stati poi adottati da due diverse famiglie e divisi. Oggi, i familiari, assistiti dal team di legali composto da Emanuele Belardi, Eugenio Longo e Gianluca Luongo, hanno potuto vedere riconosciuta in sede civile, la propria tesi.

La responsabilità dei fatti di allora ricade sulla Repubblica Federale di Germania, condannandola così al risarcimento. "La sentenza rappresenta un importante riconoscimento per i parenti di quelle vittime, che scampate all’eccidio di Civitella Val di Chiana di qualche giorno prima (29 giugno 1944) avevano infine trovato la morte nei boschi attorno al piccolo borgo toscano, senza tuttavia che alcun Tribunale si fosse sino ad ora pronunciato su quegli accadimenti", conferma l’avvocato Gianluca Luongo. "La sentenza rappresenta anche un importante precedente giurisprudenziale, perché stabilisce che anche dopo l’istituzione del Fondo per le vittime delle stragi nazifasciste, la Repubblica Federale di Germania resta l’unico soggetto legittimato ad essere convenuto in giudizio e, soprattutto, che quel tipo di reati sono imprescrittibili in quanto crimini contro l’umanità". La figlia Fiorella "in considerazione del danno patito per la perdita del padre – si legge nella sentenza - e per essere rimasta orfana in seguito all’evento e poi adottata da un’altra famiglia riconoscendo come dovuta a titolo risarcitorio la somma di € 305.058,00 tenendosi conto delle tabelle di Milano e del fatto che all’epoca era una bambina di tenera età (4 anni), convivente con il padre di 35 anni quando ne fu privata in modo violento dai soldati del Terzo Reich che lo uccisero senza una ragione".

Stesse motivazioni e stesso titolo risarcitorio per Maria Stella, nipote della vittima, entrata di diritto nel processo quale erede del padre defunto. Ma c’è un grosso punto interrogativo legato proprio al risarcimento che dovrà avvenire attraverso il fondo per il ristoro danni subiti dalle vittime del Terzo Reich Istituito dal Mef. La questione dell’incapienza del fondo resta all’ordine del giorno e potrebbe portare nelle tasche degli aventi diritto poco più che spiccioli rispetto alla reale assegnazione da parte della Giustizia italiana.