MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

Stragi naziste in Toscana, c’è il processo per Cavriglia. Figli e nipoti in aula insieme al sindaco

Venerdì a Firenze si apre la causa per i risarcimenti ai parenti delle 192 vittime. Per il paese aretino è la prima volta in sede civile: rivive l’orrore di 79 anni fa

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Cavriglia (Arezzo), 4 ottobre 2023 – «Non per vendetta, ma per giustizia". E’ il mantra recitato fin dall’inizio della class action intentata contro la Germania dal Comune di Cavriglia, medaglia di bronzo al valore militare, e da circa 120 tra familiari ed eredi delle 192 vittime delle stragi naziste del luglio 1944.

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Venerdì prossimo in Tribunale a Firenze, alla prima udienza della causa che mira a ottenere il risarcimento in sede civile dei danni morali e materiali subiti dalla popolazione, il sindaco Leonardo Degl’Innocenti arriverà indossando la fascia tricolore.

Lo accompagneranno buona parte della giunta e molti dei discendenti dei civili inermi trucidati dai militari della Divisione Hermann Göring.

Figli, nipoti e pronipoti che hanno sottoscritto l’istanza collettiva avviata all’indomani del Decreto Legge del 30 aprile 2022 che ha istituito nell’ambito del Pnrr un fondo nazionale da 61 milioni di euro per il ristoro dei danni per crimini bellici e contro l’umanità causati dalle forze del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale.

Potranno aspirare ai risarcimenti i titolari di un credito contro lo Stato tedesco accertato con un verdetto processuale definitivo o in corso.

"Per le stragi commesse a Cavriglia – ricorda il sindaco – fin qui non sono mai stati imbastiti processi, tranne quello penale al generale Schmalz del 1951 che venne poi assolto".

E ora che si approda in aula ribadisce il significato profondo della giornata di venerdì: "Sarà un momento simbolico molto importante per la nostra comunità ed è necessario che il giudice chiamato a esprimersi in merito comprenda quanto per noi questo procedimento sia moralmente fondamentale, non tanto dal lato economico ma soprattutto sotto il profilo etico".

Del resto solo le richieste arrivate dal Valdarno ammontano a 65 milioni di euro a fronte di una disponibilità ben inferiore. A far riemergere dall’oblio le drammatiche vicende di 79 anni fa contribuì un militare del 13° corpo d’armata alleato, Maurice Goran Nash, poi insignito della cittadinanza onoraria del municipio. Scoprì la documentazione offrendosi di collaborare con gli amministratori, ma le ricerche e il dossier raccolto non produssero mai un dibattimento né una sentenza.

Eppure fra il 4 e l’11 luglio del ‘44 Meleto, Castelnuovo, Massa Sabbioni, San Martino e Le Matole pagarono un dazio terribile: uomini tra i 14 e i 90 anni rastrellati nelle loro case per rappresaglia, sterminati a colpi di mitragliatrice e poi bruciati. Tra loro anche tre sacerdoti.