GAIA PAPI
Cronaca

"Stritolati nella morsa del degrado". Ex Lebole e centro per migranti: esplode la protesta dei residenti

L’area industriale meta abusiva di fortuna, l’ex hotel Truciolini punto di accoglienza per le emergenze. Vertice in prefettura: "Nell’albergo 48 persone e la capienza sarà ampliata. Ma qui non si vive più". .

"Stritolati nella morsa del degrado". Ex Lebole e centro per migranti: esplode la protesta dei residenti

L’area industriale meta abusiva di fortuna, l’ex hotel Truciolini punto di accoglienza per le emergenze. Vertice in prefettura: "Nell’albergo 48 persone e la capienza sarà ampliata. Ma qui non si vive più". .

"Siamo stritolati ( tra l’ex Hotel Truciolini, trasformato in un centro di accoglienza, e la Lebole in totale stato di abbandono". Il comitato formato da residenti e lavoratori di via Ferraris ieri in prefettura ha incontrato il vicario e gli addetti di Ospita, la società che gestisce la struttura da quando lo scorso agosto sono arrivati i primi trenta migranti. Oggi sono 48. "Da qualche giorno sono ripartiti i lavori nell’edificio. Voci avevano parlato di interventi per accogliere altri migranti in arrivo. Ieri, in prefettura abbiamo avuto una prima rassicurazione" ci spiegano dal comitato.

"La società che gestisce la struttura ci ha spiegato che i lavori che stanno procedendo nell’ala vecchia dell’edificio servirebbero per trovarsi pronti in caso di nuovi arrivi. Che al momento non c’è nessuna emergenza, ma se ci fosse la struttura sarebbe pronta all’accoglienza" continuano a spiegare. Le voci che erano arrivate in via Ferraris parlavano di circa cinquanta nuovi arrivi, per un totale che si aggirava intorno a 100 migranti. "Invece ci hanno assicurato che la capienza massima sarà del 20% in più rispetto all’attuale, quindi non più di nove persone" continuano a spiegare dal comitato.

"Quello che ci preoccupa è l’eventuale avvicinamento delle due realtà tra le quali viviamo, quella della Lebole e quella dell’ex hotel Truciolini" spiega Andrea Marucci, proprietario dell’Italplan di via Ferraris. "Cosa accade alla Lebole è costantemente sotto gli occhi di tutti, giorno e notte. E’ palese lo spaccio; la sera sono molte le auto che si fermano e ripartono velocemente. L’area è ormai preda del degrado, e sulla questione c’è un continuo rimpallo di responsabilità" continua Federico Truciolini del bar omonimo. "Noi che contribuiamo alla crescita della città, con le nostre attività, con acquisti di immobili, dobbiamo subire dall’alto ogni non decisione" tuonano dal comitato. "Niente in contrario nell’ospitare migranti, la nostra preoccupazione è che vengano "agganciati" dai frequentatori dell’area Lebole" interviene Giuseppe Donnarumma, del backoffice dell’Italplan.

"Così ieri abbiamo espresso le nostre preoccupazioni, chiesto rassicurazioni e segnalato situazioni di potenziale pericolo. Dall’incontro siamo usciti con un intento di collaborazione con l’associazione che gestisce il centro di accoglienza" racconta l’amministratrice di condominio, Rosanna Cacciatore, che ha accompagnato la delegazione in prefettura. "E’ un via vai continuo di persone che camminano lungo strada, attraversando la tangenziale. Una condizione di pericolo per loro e per gli automobilisti" spiega Andrea Sestini.

"Stiamo vivendo una situazione sempre più difficile, per questo abbiamo deciso di installare un sistema di videosorveglianza tutto intorno all’immobile in via Ferraris" interviene Antonio Peruzzi, responsabile del Centro Sicurezza.