
È bastato cambiare un punto con una virgola all’indirizzo mail per dirottare circa due milioni di euro da un’azienda al conto di un hacker. Un apparente gioco da ragazzi, in realtà dietro c’è una truffa conosciuta come Bec (Business email compromise, in inglese "posta aziendale compromessa") nella quale è rimasta coinvolta un’azienda aretina.
Nei giorni scorsi l’azienda, nell’eseguire dei bonifici per l’acquisto di una partita di metallo da una società tedesca, da tempo sua fornitrice, è stata vittima della truffa: un reale messaggio di posta originato dall’azienda beneficiaria di un pagamento è stato modificato in alcune parti, in particolare sulle coordinate bancarie, in maniera da far confluire il denaro su un conto diverso da quello realmente in uso alla società. Il tentativo di truffa da circa due milioni di euro è stato sventato dalla Polizia Postale di Firenze e Arezzo.