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Cronaca

Tatiana, dalla malattia alla maratona

Dopo l’infortunio i medici le avevano detto: "Tu non correrai più". Tra le prime al mondo nella corsa della fatica

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di Lucia Bigozzi

Trecentotrenta chilometri in centodiciassette ore e 22 minuti, cinque giorni con le gambe a macinare sentieri di alta montagna toccando ventiquattromila metri di dislivello e tremila di altitudine. L’impresa di Tatiana Maccherini, 40enne foianese, si chiama Tor des Geants, l’Ultratrail "monster" per i runneristi di tutto il mondo, perché sulle Alte Vie della Valle d’Aosta hanno corso atleti da 52 Paesi. Maccherini ha conquistato il 96esimo posto assoluto su 840 partenti e il nono tra duecento donne in gara. E’ il secondo Tor che "scala" dopo il debutto, nel 2018, saltato per una grave insufficienza renale durante una gara in Svizzera. "Tu non correrai più", le aveva diagnosticato il nefrologo durante la settimana in ospedale tra flebo, analisi e il peso di quel "verdetto". Eppure, la corsa è qualcosa che si ha soprattutto nella testa ed è stato così che Tatiana ha reagito ricalibrando il traguardo: "Ho promesso a me stessa che avrei ribaltato la tesi dei medici e con una lenta e lunga fase di riequilibrio del mio corpo e di allenamento, in un anno ho recuperato con la determinazione di dimostrare che non era finita". Nel 2019 affronta il suo primo Tor "un’esperienza unica perché ero un pò intimorita dopo quello che avevo passato, ma quando ho iniziato a correre secondo le regole messe a punto nella preparazione, ho sentito che sarei arrivata al traguardo". Per lei non conta "vincere, bensì affrontare un viaggio interiore e fisico, domare le difficoltà, superare gli ostacoli che questa gara ti costringe a superare, da sola". Uno tra tutti: la gestione del sonno. L’ultrarunner foianese ha corso per cinque giorni consecutivi e dormito solo quattro ore lungo i 330 chilometri attraversando "un paesaggio unico per bellezza ma anche ostile. E’ affascinante il cielo stellato o l’incontro con gli stambecchi. Mentre corri ti senti parte della natura; non ho mai avuto paura". Il momento più brutto è arrivato "l’ultima notte prima del traguardo perché ho fatto un lungo tratto in solitaria e ho avuto una crisi di sonno importante. Non mi sono arresa e ho ripreso a correre, recuperando diverse posizioni in classifica", spiega Tatiana che nel marito Alessandro Pratesi ha "il fan numero uno. Mi piacerebbe fare il Tor con i miei figli di 15 e 12 anni ma per ora sono concentrati sul calcio".

Il ricordo più bello è l’incontro con "Nicoletta, ultrarunner di 61 anni; con lei ho condiviso alcuni chilometri nei quali ci siamo raccontare scoprendo un feeling molto forte". La corsa ha cambiato la vita di Tatiana "dapprima timida, introversa; poi cresciuta e cambiata grazie a questa passione che mi ha permesso di viaggiare dentro me stessa e credere nelle mie potenzialità". Le scarpette ai piedi le ha indossate per caso oltre dieci anni fa e da allora taglia il vento e misura la potenza, nonostante il 2020 sia stato un anno "a metà" per la pandemia. C’è di più: l’Ultratrail per Tatiana è una "filosofia", una laurea in Scienze Motorie che conseguirà a fine anno e un nuovo lavoro per Nbs, l’azienda sponsor delle sue imprese e della quale è diventata testimonial grazie ad Andrea Spinelli e Daniela Fratini "che hanno creduto in me".

Il prossimo obiettivo è già fissato: Tatiana è una delle atlete della Ronda Ghibellina, l’Ultratrail che ogni anno chiama a Castiglion Fiorentino oltre mille runneristi. "A gennaio voglio correre la formula più impegnativa della Ronda puntando al massimo della performance sportiva". La campagna foianese è la sua "palestra".