Arezzo, 12 novembre 2024 – Nel tardo pomeriggio di ieri a Montevarchi si è tenuto un nuovo incontro per analizzare i problemi del comparto moda alla presenza, tra gli altri dell'onorevole Tiziana Nisini e, collegato da remoto, del sottosegretario al lavoro dell'onorevole Claudio Durigon e del Sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze l'onorevole Federico Freni. Presenti, tra gli altri, anche il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini, il presidente di Federmoda Toscana Confcommercio Paolo Mantovani e diversi imprenditori del settore, oltre ad altri sindaci e amministratori della vallata. Molti gli argomenti messi sul tavolo. Prima di tutto da Roma hanno chiesto i numeri di questa crisi, ovvero quante sono le aziende in difficoltà, in modo da poter poi calibrare gli interventi. C'è stata un'apertura sulla possibilità di utilizzare la cassa integrazione anche nel 2025 ed è stata chiesta la possibilità di far intervenire le banche per assicurare liquidità alle imprese in crisi.
Come ha ricordato Nisini, le difficoltà che sta vivendo il comparto moda sono complessi e il Governo ha la necessità di avere dei dati aggiornati per capire che tipologia di crisi sta attraversando questo comparto. I dati in più richiesti servono proprio per capire quale strumento utilizzare per andare incontro alle aziende. Le associazioni di categoria forniranno a breve un'integrazione rispetto al documento che c'era stato inviato 10 giorni fa. Sarà coinvolto anche il Ministero del Made in Italy. «L'apertura del governo è a estendere la cassa integrazione anche al 2025 - ha spiegato a margine dell'incontro il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini - mentre l'aspetto più complesso riguarda il sostegno delle banche alle imprese, per il quale il sottosegretario Freni si è preso l'impegno di discuterne. Le nostre aziende possiedono competenze strutturate in grado di reggere a questo calo di produzione, se il governo riuscisse a dare liquidità per ripartire. Ci hanno chiesto dati precisi per comprendere l'esatta portata degli aiuti necessari, poi ci troveremo per mettere a terra una manovra tutt'altro che semplice, però c'è bisogno di un'azione forte da parte del governo». Ma la crisi non è solo in fabbrica. Se gli ordinativi rallentano e cala la produzione, il rischio è che possa risentirne anche il commercio. È la prova regina di quanto questo settore sia strutturato nel comprensorio come una vera e propria filiera, che tiene insieme un vasto tessuto economico e sociale.
A lanciare l’allarme è stato Paolo Mantovani. «La ricaduta sul tessuto commerciale dei paesi del Valdarno sarebbe enorme - ha sottolineato il presidente di Federmoda Toscana - Sappiamo che la leadership produttiva della nostra zona ha attirato nella valle capitali, investimenti e soldi, che ricadono nei centri storici e nelle piccole attività, dalla bottega, fino al bar e ai supermercati. Bisogna prendere in esame l’effetto negativo legato a questo momento di incertezza della moda, perché cambierebbe la percezione dei centri storici e di qualsiasi centro commerciale valdarnese». La vicenda è complessa, per questo è stato istituito questo tavolo permanente”.