"Solo quando lavoro sono felice". È questo il titolo dello spettacolo di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa che andrà in scena stasera al Teatro Dovizi di Bibbiena. Sul palco una riflessione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi di lavoro con sé stessi, sulla disperazione. Questo è lo spettacolo giusto per chi ama il proprio capo, per chi lo odia, per chi è il capo di sé stesso e si ama e si odia, per chi lavora troppo, per chi lavora troppo poco, per chi sta aggiornando il curriculum, inventando lavori, per chi sta pensando di sbattere finalmente la porta e andare via.
Prosegue così la stagione 2024/25 del Teatro Dovizi di Bibbiena. Sette appuntamenti in abbonamento, oltre a un ricco programma di teatro per ragazze e ragazzi nel cartellone curato da Nata Teatro e Fondazione Toscana Spettacolo onlus in collaborazione con il Comune di Bibbiena. "Dalla prosa alla programmazione pensata per i più piccoli e le giovani generazioni. Anche per questa stagione – sottolinea la presidente della Fondazione Toscana Spettacolo onlus, Cristina Scaletti – il cartellone del Dovizi si conferma aperto alle esigenze di una comunità che trova nel proprio teatro un luogo di crescita e confronto. Grazie all’impegno condiviso con l’amministrazione comunale e con Nata Teatro, fino alla prossima primavera gli spettatori di tutte le età potranno emozionarsi, conoscere e approfondire grazie a un programma che fa della qualità la propria cifra distintiva".
Dopo "Solo quando lavoro sono felice", spazio a Lupo oltre il confine, di e con Livio Valenti, è lo spettacolo prodotto da Nata in programma mercoledì 5 febbraio. Da Ferenc Molnar, in programma, martedì 18 febbraio, Uno, due, tre! nell’adattamento de I Sacchi di Sabbia. Giovedì 6 marzo al Teatro Dovizi arriva Elisabetta Salvatori con Delicato come una farfalla e fiero come un’aquila. Il mondo libero di Antonio Ligabue. L’ultimo appuntamento della stagione in abbonamento, mercoledì 26 marzo, è con Paolo Sorretino vieni devo dirti una cosa. Tutto quello che avrei sempre voluto dire a Paolo Sorrentino ma che non ho mai osato dirgli. Uno spettacolo di e con Giuseppe Scoditti.