"Tempi maturi per la città 30". I tecnici scrivono a Salvini

Cardinali: "Il limite di velocità non è un ostacolo, ma un passo verso il futuro". Priorità alla sicurezza, con campagne rivolte ai cittadini e nelle scuole.

"Tempi maturi per la città 30". I tecnici scrivono a Salvini

"Tempi maturi per la città 30". I tecnici scrivono a Salvini

AREZZO

"Il limite di velocità di 30 chilometri orari in area urbana è un indirizzo volto a ricalibrare le città passando da spazi pubblici dominati dalle automobili ad aree per le persone. Una propaganda irresponsabile dipinge questo cambiamento come un freno alla libertà personale, un ostacolo alla vita frenetica di tutti i giorni. Ma dove dobbiamo andare tutti di fretta?". La domanda è posta dall’ingegner Giovanni Cardinali, presente ieri a Bologna dove 350 tecnici hanno chiesto un ministro Salvini e al sindaco Decaro, presidente dell’Anci.

"Il modello delle città a misura di automobili è superato - prosegue Cardinali - Il limite di 30 kmh non è un ostacolo, ma un passo verso un futuro più sostenibile e umano, dove ogni strada diventa un invito a rallentare e a vivere pienamente ogni momento".

Un modello possibile a suo avviso ad Arezzo?

"Il Comune di Arezzo ha già fatto molto per ampliare le zone 30, adesso è maturo il tempo per arrivare alla “città 30” con il potenziamento dell’attività di vigilanza e campagne di informazione ai cittadini partendo dalle scuole".

Ridurre il limite da 50 a 30 kmh cosa può comportare?

"Maggiore sicurezza perchè è dimostrato come su un asfalto asciutto lo spazio di frenata di un veicolo che viaggia a 30 kmh è nell’ordine di 20-27 metri. Aumentando la velocità aumentano tempo di reazione e spazio di frenata. Ma c’è di più. Viaggiare a 30 kmh significa aumentare il nostro campo visivo che si riduce a velocità maggiori. A Bologna la zona 30 ha permesso di ridurre nel periodo preso in esame, dlala sua introduzione ad ora, gli incidenti del 16 per cento. Ridurre la velocità riduce quindi il rischio in caso di incidenti o di investimenti, di ferite gravi o peggio ancora".

Così il gruppo di esperti e tecnici di "Visione 30" ha trasmesso due richieste ufficiali di incontro, una al Ministero dei trasporti e l’altra al presidente dell’Anci Antonio Decaro. La lettera aperta ha raggiunto quasi 350 adesioni fra docenti e ricercatori universitari, pianificatori, progettisti e gestori nei settori dell’urbanistica, dell’ingegneria dei trasporti e della salute pubblica, oltre che di altri professionisti.

Nel messaggio che accompagna la richiesta di incontro a Salvini e Decaro si legge tra l’altro: "Abbiamo ritenuto necessario chiedere un ripensamento rispetto alle politiche recentemente adottate dal MIT. Siamo in particolare estremamente preoccupati per le azioni intraprese per contrastare il diritto degli enti locali di abbassare il limite di velocità sulle strade urbane nel modo ritenuto più adeguato, così come per alcune delle modifiche al Codice della Strada che saranno prossimamente sottoposte alla discussione e approvazione parlamentare nonché per le nuove normative proposte sul tema del telecontrollo delle velocità". "Riteniamo - prosegue la lettera - che queste proposte comportino l’allontanamento dell’Italia dalle scelte attuate da tutti gli altri paesi dell’Unione Europea e dalla comunità internazionale e che rendano non perseguibile l’obiettivo di dimezzamento del numero di vittime della strada tra il 2020 e il 2030".