Era talmente sicuro di sè da girare con un cappotto rosso, di quelli che non passerebbero inosservati neanche in autostrada. Figuriamoci all’interno della Stazione e di notte, intorno alle 22. Sicuro di sè e convinto della sua assoluta impunità. E’ passato di passeggero in passeggero, puntandogli addosso un coltellino a serramanico, una volta per strappare una borsa, un’altra per farsi dare dei soldi o altri. Ma ha trovato pane duro per i suoi denti. E ora sta riflettendo sui suoi errori in carcere,. chissà se un filino meno sicuro di sè.
E’ la storia di un triplo tentativo di rapina, sventato prima dalla risposta delle potenziali vittime e poi dall’immediato arrivo in stazione della polizia. Il protagonista lui, un pakistano di 27 anni, sotto il cappotto rosso sgargiante una serie di precedenti specifici.
La sequenza è quasi da film. Armato del suo temperino prima punta un signore, al quale tenta di strappare con violenza una borsa indossata a tracolla. E fa il primo errore: sceglie la persona sbagliata. Di quelle che non solo non cedono all’ombra del coltello ma reagiscono. E, vedremo, anche in aiuto degli altri.
Vista la mala parata il nostro non svicola come avrebbero fatto tanti suoi colleghi ladruncoli ma insiste, sempre sfoggiando il suo cappotto rosso.
Sceglie un altro bersaglio, ancora una volta un uomo: fare minaccioso e violento, forse appesantito dal fallimento iniziale e che non aveva messo in preventivo. Di nuovo il coltellino nella mano destra, gli chiede il denaro che a e anche in questo caso, quasi fosse un collezionista del genere, tenta di strappargli lo zaino di dosso. Stavolta il malcapitato non lo sfida da presso come il primo ma si divincola e fugge, o almeno si allontana di quei metri che erano sufficienti a parare l’impatto con il pakistano.
Che intanto, meticoloso come un controllore su un autobus ma di certo molto meno pacifico, si concentra su un obiettivo apparentemente più facile: due giovane ragazze. Stavolta la sua collezione prova ad estendersi alle borse da palestra che avevano in mano. E magari ci sarebbe anche riuscito a portare loro via scarpe da ginnastica e tuta: ma il primo aggredito non si era allontanato ed è arrivato in soccorso delle due ragazze.
Intanto era partito l’allarme, grazie ai cellulari dei presenti, al 112: e la reazione dei potenziali rapinati ha permesso alla polizia di affacciarsi in forze nella hall della stazione-. Due volanti, vari agenti e le idee chiare: perché si sono posizionati in modo da bloccare ogni via di fuga, quindi sbarrando provvisoriamente l’accesso allo scalo. E mettendosi alla ricerca dell’improvvisato rapinatore. Lo hanno trovato in pochi minuti, chissà se facilitati dal cappotto rosso. E ad una sobria perquisizione è saltato fuori il coltellino.
Ce n’era a sufficienza per cambiare palcoscenico: dagli arrivi e partenze della Stazione al carcere, dove è stato completato l’arresto. E un dopo cena dove niente ma proprio niente gli è andato liscio.
Alberto Pierini