di Maria Rosa Di Termine
CAVRIGLIA
Le terre della Tav che arrivano a Cavriglia dai lavori di scavo del sottoattraversamento di Firenze non solidificano. Rimangono più a lungo dei tempi previsti nelle piazzole di essiccazione di Santa Barbara e provocano a ritroso ritardi anche alle trivellazioni delle due "talpe" incaricate di scavare i tunnel ferroviari del passante Alta Velocità nel capoluogo toscano. Per risolvere la criticità figlia del maltempo e delle piogge autunnali, ha denunciato Fausto Tenti, della sezione provinciale di Arezzo della Costituente comunista, Rete ferroviaria italiana starebbe pensando a una variante progettuale, ovvero "una copiosa aggiunta di calce - afferma - che però modificherebbe gravemente il ph" degli inerti. Di conseguenza non sarebbero più adatti alla realizzazione delle colline schermo, uno dei capisaldi del riassetto della ex miniera di lignite. Tenti, dopo aver definito l’opera fiorentina "la più costosa, inutile, corrotta, dannosa, pericolosa mai pensata per la Toscana", auspica che la circostanza non si avveri e che "le autorità preposte impediscano un vero e proprio scempio a danno dei cavrigliesi". Infine ricorda come 20 anni or sono i sindaci di Cavriglia, San Giovanni e Figline avessero negato la disponibilità "allo smaltimento nell’area mineraria valdarnese dei materiali di risulta dalle escavazioni". Di fronte ai timori paventati la replica dell’attuale primo cittadino cavrigliese Leonardo Degl’Innocenti o Sanni è ferma e chiara: "In effetti la possibilità è stata tempo fa da Rfi, in quanto la solidificazione dei fanghi delle escavazioni è più lenta rispetto al cronoprogramma previsto. La nostra risposta rispecchia la posizione che abbiamo sempre mantenuto. Ci interessa che le terre abbiano le caratteristiche chimiche per essere classificate in colonna A e meccaniche per essere utilizzate in maniera corretta nell’edificazione della collina. Se una delle due peculiarità dovesse mancare per qualsiasi motivo, calce compresa, l’accordo prevede che i materiali finiscano in discarica. E a Rfi abbiamo ricordato come la competenza delle verifiche non sia del Comune che, per rispondere a Tenti non entra neppure nel merito dell’opportunità o meno di realizzare la Tav a Firenze. Altri sono i soggetti deputati al controllo dal Ministero dell’Ambiente all’Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale, dalla Regione attraverso Arpat fino al Cnr".
Enti ai quali spetta ogni valutazione di natura tecnica: "Sul tema se la calce sia materiale adatto allo scopo e in che quantità possa essere eventualmente addizionata saranno gli esperti a pronunciarsi. La priorità è che gli incaricati dei controlli li facciano – conclude - e a nostro parere li stanno svolgendo in modo puntuale e severa".