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Cronaca

Tra Panno Casentino e scuola dei pastori Nasce la proposta per la lana a km zero

Il titolare dell’azienda Claudio Grisolini intende avviare la collaborazione coi giovani che sono giunti da poco in vallata per il corso

Tra Panno Casentino e scuola dei pastori Nasce la proposta per la lana a km zero

di Sonia Fardelli

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Una filiera corta anche per il Panno del Casentino.

Claudio Grisolini, titolare dell’azienda Tessilnova di Stia, sta cercando la collaborazione dei giovani della scuola per pastori per arrivare a produrre direttamente in Casentino la lana che serve per realizzare questa preziosa stoffa, ormai conosciuta in tutto il mondo.

Al momento ha un contratto con alcuni pastori abruzzesi transumanti che gli mandano direttamente la lana delle loro pecore.

Una piccola produzione tutto Made in Italy, che però vorrebbe ingrandire.

"Al momento si tratta di un quantitativo davvero piccolo – spiega Grisolini – quanto basta per realizzare una quindicina di pezze di Panno del Casentino. Una produzione di eccellenza che vorrei ampliare fino ad arrivare a produrre il famoso tessuto solo con lane italiane. Mentre adesso devo rivolgermi all’estero in particolare in Australia e Nuova Zelanda, dove vengono allevate tante pecore proprio per la produzione di lana".

Per trovare materie prime in Italia, Claudio Grisolini sta spronando questi futuri pastori ad indirizzare la loro attività anche verso la produzione di lana. "Purtroppo si è persa questa attività – continua – adesso tutti preferiscono tenere pecore per produrre formaggio o carne. Ma penso che anche fornire la lana per un cappotto in Panno Casentino possa essere una bella soddisfazione. Forse più grande di quella di fare formaggio. Un abito in panno del Casentino è comunque un oggetto che resta e che parla di te per anni".

E per aumentare ancora l’eccellenza l’ideale sarebbe prendere lane prodotte nella vallata da pecore che stanno al pascolo grazie appunto all’attività di pastori transumanti.

"Le greggi che stanno sempre all’aperto hanno un manto migliore. La lana è bella e folta e non rischia di sciuparsi come spesso avviene quando stanno in stalla. Io spero dunque che tanti giovani vengano in Casentino per allevare pecore".

Un’attività che nel passato era una tradizione e alla quale Grisolini è particolarmente legato. "La mia famiglia ha sempre prodotto stoffe – dice – ed ho anche scoperto che un mio avo era un pastore transumante. Per me ricreare questa filiera sarebbe davvero importante, per la mia attività ed anche affettivamente per l’attaccamento che ho sempre avuto per la mia famiglia".

Prodotti a chilometri zero, di qualità ed anche più ecologici. "I pastori abruzzesi che mi forniscono la lana hanno anche greggi di pecore morette, dal mantello scuro. Con la loro lana si può creare il panno di color marrone senza bisogno di tingerlo, viene naturalmente di questo colore. E non è una novità. Già nell’800 Carlo Siemoni, mandato dal Granduca Leopoldo II di Toscana ad amministrare le foreste casentinesi, introdusse qui le pecore morette. Con la loro lana si faceva il tessuto usato poi per realizzare il saio dei frati francescani. Non si scopre nulla, tutto ci viene dal passato".

E adesso Grisolini, approfittando dell’entusiasmo di questi giovani aspiranti pastori vorrebbe ricreare questa filiera corta e naturale per il Panno del Casentino. Un’eccellenza nell’eccellenza.