REDAZIONE AREZZO

Traditi dal sushi: ora gli intossicati all’Asl per le analisi

Attesa per l’esito chiamato a chiarire cosa abbia portato febbre e gli altri sintomi: ventinove al pronto soccorso e gli altri in ospedale

Questione di ore e ne sapremo di più sull’intossicazione alimentare di alcuni biturgensi che nel fine settimana avevano mangiato sushi e sashimi da asporto, acquistati in un ristorante cittadino. È quanto hanno riferito la Compagnia dei Carabinieri e la sezione "igiene degli alimenti" della Asl locale, precisando che al momento vige la massima riservatezza sulle indagini e che militari dell’Arma ed esperti sanitari stanno lavorando per dare una risposta alle domande di chi ha accusato febbre alta, disturbi, vomito e diarrea. Mentre all’ingresso del locale al momento chiuso, ieri sera, luci spente, nessuno all’interno e, nella vetrata principale, il beffardo cartello con la scritta: "Chiuso per pulire locale".

Le persone che si sono recate al pronto soccorso (29 in totale, alle quali bisogna aggiungere quelle ricoverate), sono state invitate a presentarsi nella sede della Asl per procedere alle analisi: le provette saranno portate in ospedale per i controlli del caso, in base ai quali risalire alla provenienza dell’intossicazione. Dall’esito dipenderà verosimilmente anche il provvedimento che verrà adottato nei confronti del ristorante dove i clienti avevano deciso di prendere il pesce fresco sabato sera, con qualcuno che lo ha poi consumato anche il giorno seguente, magari per festeggiare in forma particolare a tavola la ricorrenza di San Valentino. Una festa sciupata proprio da quel cibo.

I sintomi sono stati eloquenti fin da subito, tanto che la domenica si è trasformata in una corsa all’ospedale per capire cosa avesse provocato i disturbi, pesando sulle prime che potesse dipendere da un alimento diverso dal sushi. I raffronti incrociati, specie quelli con il medico curante, hanno ben presto smascherato la causa e per qualcuno gli effetti sono stati addirittura inediti nel loro manifestarsi: temperatura corporea che saliva, scendeva e poi risaliva.

Sempre che nel frattempo non vi siano altri clienti del ristorante rimasti contagiati e che decidano di sporgere denuncia.

Il quadro che sta uscendo sembra abbastanza chiaro e la domanda generale che tutti si pongono concerne la qualità del prodotto: cosa avrebbero avuto di avariato sushi e sashimi per scatenare una simile reazione? Peraltro, la tradizione gastronomica di Sansepolcro è sempre stata all’insegna della sicurezza: almeno da decenni, nessuna notizia di avvelenamenti da cibo, né di conseguenze abbastanza marcate come stavolta. Non resta quindi da fare altro che attendere i prossimi sviluppi.

Fabrizio Paladino

Claudio Roselli