Centocinquanta trattori intorno al casello dell’autostrada. Un’altra giornata amara per chi manifesta e per chi nel tardo pomeriggio ne subisce gli effetti. Le rotatorie che portano all’ingresso dell’autostrada al confine tra Siena e Arezzo, nell’ultimo lembo di Valdichiana, sono bloccate e il traffico va in tilt. Così per almeno un’ora ma già dal mattino i "bisonti" dei campi si fanno sentire e con loro i protagonisti del presidio. Che va avanti, anche oggi, pure nel weekend. Cartelli e slogan dichiarano la portata della protesta all’indirizzo di Bruxelles: a tarda sera si sparge la voce sull’ipotesi di un accordo., ma i leader italiani del fronte degli agricoltori dicono che siamo ancora davanti a un nulla di fatto: nessun accordo, si continua il presidio. Che ieri ha creato non pochi disagi alla viabilità. Veicoli fermi o a passo di lumaca lungo l’asse viario che collega Bettolle e Foiano, una zona dove si concentra il grosso delle attività produttive della Valdichiana aretina e senese. Una prova per tutti, e oggi si replica. Gli agricoltori contestano le regole di Bruxelles e annunciano azioni dimostrative fino a quando le loro ragioni non saranno ascoltate. Intanto non mollano il presidio davanti al casello dell’A1. Proprio qui dove a mezzogiorno in punto si sono accesi i fornelli "volanti" per il pranzo. "è toccato a me preparare da mangiare per tutti i colleghi. Ho cotto dieci chili di pasta. Il condimento? All’arrabbiata, ovviamente!". L’esclamazione di Enzo Sacconi serve a stemperare il clima ma al tempo stesso raffigura plasticamente lo stato d’animo degli agricoltori.
Lui coltiva pomodori nei suoi cinquanta ettari di terreno in Valdichiana: "Ma arrivano le gazze che rovinano il raccolto. Da anni attendo i rimborsi dall’Atc e ancora niente". Il danno e la beffa, secondo l’imprenditore agricolo che ha settantuno anni ma conserva lo spirito battagliero di un trentenne. "Così non si va più avanti. Un quintale di grano ce lo pagano 22 euro ma il valore di un quintale di pane è di 330 euro. Perchè? Non è giusto. Io in questi giorni sono andato a comperare il grano per riseminare i miei campi ma ho dovuto tirare fuori 82 euro per un quintale. Avanti di questo passo, saremo costretti a chiudere le nostre aziende". I problemi che gli agricoltori coi trattori a motore spento, si chiamano anche burocrazia e "tasse agricole eccessive che riducono i margini per noi che investiamo nel nostro lavoro", lamenta Sacconi con una lunga esperienza alle spalle nella sua azienda nelle campagne cortonesi. Ieri ha cucinato pasta all’arrabbiata con "pomodoro e molto peperoncino perchè siamo stufi di queste regole assurde". Oggi sarà di nuovo davanti al casello dell’autostrada perchè "non ci fermiamo, qui stiamo tutelando i nostri diritti", spiegano i colleghi poco distante.
Impugnano una bandiera tricolore, come quelle che sventolano sui trattori inchiodati sull’asfalto. E c’è chi in contatto coi colleghi che protestano da nord a sud annuncia "sorprese" la prossima settimana.
Lucia Bigozzi