REDAZIONE AREZZO

"Trema tutto". "Abbaiano i cani". "Suona l'allarme". Riviviamo i minuti della scossa

Alcune delle testimonianze con le quali i nostri lettori hanno risposto all'appello Facebook subito dopo la botta delle 7.41

Protezione civile

Arezzo, 31 ottobre 2016 - «Tremavano anche i bicchieri nella vetrina». Un tintinnio che Alessio Monni dal Pozzo non riesce a togliersi dalle orecchie, come fosse la colonna sonora del terremoto. E della paura. Ce lo trasmette in diretta, nei minuti critici. Gli stessi minuti nei quali proviamo a lanciare un messaggio facebook ai nostri lettori perché ci aiutino a capire meglio i contorni del fenomeno.

Ed è una risposta stupefacente: oltre cento da tutti gli sngoli della provincia e dagli schermi delle case ci raccontano il loro terremoto. Intanto la mappa: l’elenco delle località sarebbe lungo e noioso. Perché è una linea rossa che attraversa tutti i i quartieri e tutte le vallate. Solo da San Polo Paola Sacconi stupita ammette di non aver sentito nulla ma per una volta la sua resta una voce isolata. Il resto è un carosello continuo. «Abbiamo sentito il letto oscillare, d’istinto abbiamo guardato il lampadario, ma era fermo».

Forse quello di Paolo Neri è l’unico fermo tra le case che aprono i loro segreti. «Ma è scattato l’allarme antifurto e abbiamo capito». Lì dove non arrivano le gocce di cristallo si spinge l’elettronica. «Vibravano perfino le finestre» racconta Patrizia Chindamo da Subbiano, mentre ci conferma che anche lì, nel basso Casentino la paura ha fatto 90.

Emanuela Galimberti scrive dal museo archeologico. «Ero in servizio e ho avvertito la scossa: lunghissima». E’ proprio la durata quella che è rimasta impressa sulla pelle della gente. Quei secondi infiniti. «Forte e lunghissima» specifica Roberta Mazzeschi dai Cappuccini.

«Il letto ballava, l’armadio pure: e non parliamo del lampadario» racconta Francesco Fulgenzi. Segnali che si ripetono ricorrenti dappertutto. «In casa ballava tutto» sintetizza AnnaMaria Improta, dalla sua postazione di via della Chimera.

«Sono stata svegliata dai cani» spiega invece Francesca Caneschi da Terontola. La sensibilità degli animali: e qualcuno va perfino oltre. «Anche tuttele piante fuori tremavano: sembrava soffiasse il vento» racconta Giuliana Neri da Monte San Savino. Un colpo di vento, forse la sensazione più diffusa tra chi si è trovato di colpo nel vortice del terremoto.

Ci scrivono perfino da Gorizia, anche lì sono saltati dal letto. «Ma in Friuli sappiamo cosa vuol dire vivere con la paura». «Mi ha svegliato il terremoto»: parola di Daniele Bennati, il capitano della Nazionale di ciclismo era appena tornato nella sua Castiglion Fiorentino, che lo ha accolto con la scossa.

«Abbi pietà di noi» prega Caterina. Non è da sola: ieri c’era folla in Duomo alla Madonìna del Conforto, è un legame al quale gli aretini non resistono,. E in tante chiese la Messa è finita con «Bianca Regina Fulgida» l’inno imparato da babbo e mamma.

«Le ante scorrevoli dell’armadio si aprivano e si chiudevano da sole» racconta da Ceciliano Mery Cornacchini, consigliere comunale alle prese con una scena quasi da film horror. Che poi è il sapore che attraversa molti dei racconti in presa diretta.

«Il letto ballava e il lampadario si muoveva da far paura» ci raccontano da Soci. E’ come se quella manciatra di secondi fosse rimasta attaccata sulla pelle della gente. «Oh, ma il terremoto non è stato qui»: qualcuno si prende la bega di riportare tutti con i piedi per terra. E per la prima volta è una terra che non trema