SAN GIOVANNI V.NO (Arezzo)
Abb E-Mobility annuncia il licenziamento collettivo per 33 dipendenti a tempo indeterminato. È quanto avvenuto giovedì, con la decisione comunicata attraverso un messaggio di posta elettronica certificata. Torna a soffrire il colosso della green economy che nel 2022 aveva inaugurato il suo nuovo stabilimento all’avanguardia nel comune di San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo. Lo scorso anno l’azienda non rinnovò i contratti in somministrazione, adesso ha deciso di sfoltire sui fissi. La decisione era stata preannunciata la settimana scorsa ai lavoratori nell’assemblea di giovedì 7 novembre.
"Le organizzazioni sindacali in forma unitaria - hanno spiegato Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil in una nota - respingono l’iniziativa dell’azienda che in maniera arbitraria e unilaterale si avvia verso un percorso di licenziamento invece che ricorrere agli strumenti previsti dalla normativa italiana", come ad esempio gli ammortizzatori sociali. I sindacati hanno quindi dichiarato immediatamente lo stato di agitazione e indetto 2 ore di sciopero per la giornata di lunedì 18 novembre, suddivise in base ai turni dei dipendenti.
"La Rsu e i rappresentanti sindacali provinciali in maniera unitaria invitano tutta la popolazione aziendale a sostenere l’iniziativa di sciopero per dare forza e importanza alla protesta contro i licenziamenti" ha tuonato la triplice. Abb E-Mobility è una società controllata di Abb, multinazionale delle energie rinnovabili, che ha investito 30 milioni di dollari per realizzare nella città natale di Masaccio "un centro di eccellenza globale e sito produttivo per le infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici".
L’impianto valdarnese produce l’intero portafoglio di sistemi di ricarica per veicoli elettrici in corrente continua di Abb, da quelli per uso domestico a quelli per l’installazione in aree pubbliche fino a quelli dedicati al trasporto pubblico urbano. Dopo lo sfoltimento di circa 150 unità avvenuto con il mancato rinnovo dei contratti a termine, i lavoratori stabili restano 371. Ciò che desta maggiore preoccupazione tra i dipendenti e i rappresentanti sindacali è il fatto di voler tagliare su coloro che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato.