
di Luca Amodio
"Non mi sono mai esibito ad Arezzo, è la prima volta. Cosa mi aspetto? Beh, una serata indimenticabile, un ricordo meraviglioso: una serata che mi stupisca, chissà per cosa, ma l’imprevisto è il bello di questo lavoro che ti porta a vivere quello che non ti aspetti". Così Francesco Tricarico alla vigilia del concerto al Mario Spina di Castiglion Fiorentino, in programma oggi martedì 20 dicembre. Dopo il grande successo di Edoardo Bennato ad ottobre, il teatro castiglionese fa dunque il bis con gli appuntamenti musicali e accoglie sul suo palco il cantautore milanese con il suo ultimo album "Amore dillo senza ridere ma non troppo seriamente" uscito a maggio del 2021. Ecco, dodici brani che raccontano un caleidoscopio di emozioni e situazioni in cui ognuno si può riconoscere Per fortuna, o per sfortuna, tutti brani parlano di me, di cose che vivo, riflessioni, esperienze. Molto soggettive. Insomma si parla degli ultimi anni che ho vissuto prima del covid: amori, separazioni ma mai palesemente, alla fine cerco di rendere la crudezza della vita, o la sua bellezza, un po’ più poetica.
Perché dice che questo è un album con molte chiavi di lettura?
"L’augurio è quello. Dalla una volta disse che "cercava sempre di non mettere troppo nella descrizione o nel testo" cosicché ognuno ci potesse mettere qualcosa di suo. Non so se questo è poi il mio caso, ma l’augurio più bello che ci si possa fare è questo: che ci siano più punti di vista e che ognuno trovi il suo. E’ un momento molto diretto, ma c’è anche poesia e metafora.Si parla di relazioni umane, sia relazioni profonde che passeggere".
Come si bilanciano?
"Sono strettamente legata credo. Le une portano alle altre, almeno nel mio caso. Il mio tentativo, la mia condanna, è sempre stata quella di non potermi fermare, per vicissitudini o per vicende personali, ad un aspetto superficiale. Per cui ho sempre legato esperienze banali ad una profondità necessaria per quello che ho vissuto. Si bilanciano, mi auguro, in modo armonico, senza che l’una prevalga sull’altra. "Io sono Francesco", "Vita Tranquilla". Spazio anche ai classici ma in una forma inedita...
"Sì, un concerto molto acustico. C’è un grande pianista, amico e compositore, Michele Fazio, che mi accompagna, poi voce e flauto traverso. Sarà un momento di scambio colloquiale. Anche perché l’atmosfera teatrale rende tutto più intimo. A me piace molto di più di quando c’è una sessione ritmica. E’ molto più diretto, le parole hanno più importanza, così come la musica, seppur nella sua essenzialità e crudezza. Così arrivano maggiormente le parole e, paradossalmente, c’è più musica dove ce n’è meno e c’è più voce laddove si sussurra. E poi, tutta la magia del teatro ci aspetta. Giovedì scorso ha presentato in anteprima a Telethon un nuovo singolo "Faccio di tutto", anche qui un titolo evocativo".
Parla di una persona che non ha più voglia di scrivere...
"Non ho più niente da scrivere, questo voglio dire", è il primo verso. E’ la riflessione di un uomo che pensa, magari disilluso, di aver visto già tutto ma che non ha perso la voglia di lottare. E’ un’analisi un po’ di quello che ho visto, solo in parte autobiografica".