
Truffa con i falsi contratti dell’energia Ora le vittime chiedono i risarcimenti
di Maria Rosa Di Termine
Finirono nella rete dei falsi contratti dell’energia, adesso sono stati avvisati della chiusura dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli e della data di avvio del procedimento nei confronti di sei persone a suo tempo denunciate dai Carabinieri della Compagnia di San Giovanni. Una sessantina i valdarnesi che nel 2018 si rivolsero ai militari perché si erano trovati a fare i conti, loro malgrado e senza firmare alcun documento, con un cambio del gestore di luce e gas mai richiesto. Gli imputati, residenti tra Campania, Lombardia e Lazio, il 16 settembre dell’anno venturo saranno chiamati in Tribunale nel capoluogo napoletano per l’udienza predibattimentale e in quella sede verrà stabilita la fondatezza dei reati in addebito che vanno dalla truffa alla sostituzione di persona. Nell’attesa, non breve, che il processo decolli alcune delle vittime del raggiro hanno pensato di organizzarsi per capire se sussistano gli estremi per costituirsi parte civile e ottenere un eventuale risarcimento del danno subito. La vicenda venne alla luce, è il caso di dire, quando i cittadini presi di mira si videro recapitare dal postino le lettere del Servizio Elettrico Nazionale che comunicava l’avvenuta chiusura del contratto di fornitura della corrente. Alla richiesta di spiegazioni avevano saputo di essere diventati di colpo clienti di Eni, società poi risultata del tutto estranea e anzi parte lesa nella vicenda.
L’indagine, coordinata dal Pubblico Ministero partenopeo Ciro Capasso, ha preso in esame le denunce delle decine di utenti del comprensorio, in particolare di San Giovanni, Levane e Bucine, ma con casi emersi a macchia di leopardo nell’intera vallata, individuando i presunti responsabili della truffa: amministratore, titolare e quattro operatori di due agenzie campane che avrebbero dovuto procacciare nuova clientela al colosso dell’energia.
Per farlo infatti avevano escogitato un meccanismo che prevedeva la compilazione in proprio dei moduli dei nuovi contratti con indirizzi, numeri di telefono, codici fiscali errati e soprattutto la firma contraffatta del cliente acquisito ex novo - in una circostanza addirittura un uomo deceduto da mesi – e un unico dato autentico, il codice Pod, identificativo dell’utenza elettrica. Poco tempo dopo il mai avvenuto assenso, i malcapitati si vedevano consegnare il recesso del precedente operatore e la nuova bolletta, ma bastava una verifica all’ufficio di zona dell’Eni, con relativa visione della modulistica, per scoprire di essere caduti in trappola.