Avevano il sogno di sposarsi alle Maldive, trascorrere lì, in quel paradiso tropicale, il viaggio di nozze. E invece, dopo il saldo di 22mila euro all’agenzia, si sono ritrovati senza biglietto, se non quello del parcheggio vicino al tribunale dove la vicenda è arrivata: qui tre coppie hanno raccontato la loro disavventura.
Al banco degli imputati ci sono invece marito e moglie, i due titolari dell’agenzia viaggi di Sansepolcro specializzata nel settore Wedding. Lei ha 52 anni, lui 70. Sono accusati entrambi di truffa in concorso. L’importo totale del raggiro sarebbe di 22mila euro: c’è chi ha versato 3mila euro, chi 8mila e chi, addirittura, 10mila.
Secondo la procura di Arezzo con artifizi e raggiri l’agenzia di viaggio avrebbe fatto cadere nel tranello tutti e sei gli sfortunati che arrivavano un po’ da tutto lo stivale (Firenze, Spoleto, Rimini, ecc) per coronare il loro sogno dopo essersi scambiati le fedi. Non si tratta di soli viaggi di nozze ma di vere e proprie celebrazioni matrimoniali all’estero, come ricostruito dall’accusa.
Per l’adescamento utilizzavano i social, specie Instagram, poi il loro sito web dove pubblicizzavano i loro wedding plan. Non mancano nemmeno gli appuntamenti vis a vis dopo i tanti messaggi via mail e anche what’s app. Tutto per le coppie sembrava filar liscio. E invece dietro l’angolo c’era la sorpresa.
I problemi sono arrivati nel momento in cui è stato necessario tirar fuori di tasca i denari. Pagato il bonifico, ecco i primi interrogativi: i biglietti non arrivavano, la coppia di agenti non si faceva più trovare e, di conseguenza, nemmeno il denaro non veniva restituito. Così venivano consumate tre - presunte - truffe in pochi mesi. Una nel luglio di anno scorso, una a settembre e una a novembre. E queste sono quelle che sono arrivate in tribunale, ma sembrerebbe che ci siano anche altre denunce all’indirizzo della coppia della Valtiberina.
Fatto sta che dopo la denuncia delle vittime la storia - o meglio: le storie - sono arrivate in tribunale. I due dovranno giustificare quello che hanno fatto davanti alla giudice Ada Grignani. A sostenere l’accusa il pm Luigi Niccacci. La difesa non aveva chiesto riti alternativi. La tesi dell’avvocato Cristiano Cazzavacca (che ha come cliente la signora) è che i due non abbiano truffato le coppie: si sarebbe invece trattato di un inadempimento contrattuale di natura civilistica, che non ha avrebbe profili penali. In sostanza, sostiene il legale, i biglietti non sarebbero stati acquistati per una mera mancanza di fondi.