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Antonella Tuoni è stata trasferita da Sollicciano a dirigere il carcere di Arezzo
"Incomprensibile" o, a pensar male, causato da incompatibilità di opinioni con il datore di lavoro. Così aveva detto fin da subito il garante dei detenuti di Firenze, Eros Cruccolini. Ma il trasferimento della direttrice del carcere di Sollicciano Antonella Tuoni al penitenziario aretino non smette di far discutere anche al di fuori dell’ambiente detentivo. Non tanto per la destinazione, quanto la mancata continuità nel lavoro avviato insieme alle istituzioni per migliorare le note problematiche della casa circondariale fiorentina che si è venuta a creare. Scaduto l’incarico di Tuoni ai primi di febbraio nessuno è ancora stato nominato e al suo posto la reggenza è stata data al direttore che era al San Benedetto di Arezzo, Alessandro Monacelli.
Il traferimento della direttrice è diventato un caso politico ed è finito in Parlamento. "Perché non le è stato rinnovato l’incarico? Quando il ministro Nordio prevede di colmare il vuoto per garantire una direzione stabile e iniziative di reinserimento sociale" a Sollicciano? Così i deputati di Italia viva Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi si sono rivolti al titolare del dicastero della Giustizia durante un’interrogazione parlamentare. "Parliamo di una struttura fatiscente" aggiungono riferendosi al carcere fiorentino, che secondo loro il Dap "ha lasciato nell’instabilità, rischiando così di compromettere ogni progetto dedicato alla finalità rieducativa della pena e il reinserimento nella società".
Sulla stessa linea anche i Radicali Italiani, che affidano le loro perplessità a una nota firmata dal segretario Filippo Blengino e da Matteo Giusti della direzione: la notizia "Non può che destare preoccupazione" dichiarano. Antonella Tuoni è stata "destinata a un istituto come quello di Arezzo, una realtà che, con i suoi 45 detenuti, presenta criticità sicuramente inferiori rispetto alla casa circondariale di Firenze". Questo, insomma, il nodo cruciale che ha fatto scattare le polemiche. "Durante la visita effettuata lo scorso luglio - ricordano - la direttrice aveva dimostrato grande competenza e lucidità nell’analisi delle problematiche del carcere, esponendo idee chiare sulle possibili soluzioni". Per i Radicali "questa ulteriore instabilità appare in netto contrasto con le urgenti necessità di intervento sulla struttura e con le progettualità finalizzate alla rieducazione dei detenuti".