
di Alberto Pierini
Volete dormire ad Arezzo sabato 20 novembre? State svegli. Un po’ perché apre tutta la Città di Natale e vale la pena godersela. E un po’ perché non ci sono più camere libere. O meglio poche: 16 in tutto, non una di più. Un tasso di occupazione che con dieci giorni di anticipo già si attesta al 92%: facile prevedere che tra last minute e last second, gli arrivi dell’ultimo minuto o secondo, saremo a zero letti. Il segnale fragoroso di un evento che promette di virare il turismo del 2021 e di incidere sui bilanci di tutto il fronte dell’accoglienza, dagli alberghi ai ristoranti passando dai bar.
E che si piazza sullo sfondo di una stagione di straordinaria ripresa. Dalla Regione arrivano i dati stagionali dell’Irpet, l’istituto per la programmazione economica della Toscana. Dati elaborati con la solita cura da Enrico Conti e che fotografano il quadro dell’anno da gennaio ad agosto nel raffronto con il buio della pandemia e le luci sbiadite del 2019: che tra l’altro era stato anche l’anno del massimo successo del mercatino tirolese.
I dati confermano il trend che in parte aveva anticipato il Comune. Anche se fatalmente risentono del periodo scelto: Palazzo Cavallo indicava il balzo in avanti estivo, da agosto ad agosto. Qui di mezzo ci sono anche i mesi della grande chiusura. Brilla il 2021 rispetto al 2020: solo sui primi otto mesi l’aumento è del 25%, che poi tra maggio e agosto sale ad un + 43,4%.
Ma se l’agosto aretino stracciava quello del 2019, alla vigilia della pandemia, gli stessi otto mesi escono brutalmente sconfitti nel raffronto tra i due anni: un 44,5% in meno, che si riduce al 31,5% con lo zoom da maggio in poi. Facendo centro su Arezzo: da oggi a due anni fa il decalage è proprio del 44,5%. Ma il balzo da quest’anno al 2020 sfiora il 20%, comprendendo i mesi chiusi in casa. Il Valdarno aretino va meglio: un -28% sul 2019 e un +30% rispetto all’anno scorso. La Valdichiana perde
sotto il 30% sul pre-pandemia ma guadagna meno quest’anno, intorno al +10%. Più o meno sulla stessa linea Casentino (-34%) e Valtiberina (-40%). Però il vento c’è e favorevole.
La ripresa più travolgente ha baciato come al solito il mare, la Versilia in quegli otto mesi ha fatto un balzo del 73,7%. Ma subito dopo si è estesa ai territori collinari e montani della provincia: la voglia di fuga, secondo una linea che dalle spiagge arriva all’aria più rarefatta delle nostre zone. "Ma ora la partita vera è nel 2022 – commenta Conti – perché passa dal ritorno degli stranieri, americani in testa". Ma restano due punti da non dimenticare. Il primo è che la risalita estiva non parerà mai le perdite subite nel resto del 2021, se non nel corso degli anni. Il secondo è che in valori assoluti il nostro resta un turismo dalle performance lontane da quelle del resto della Toscana. Stiamo crescendo ormai da qualche anno: ma di strada ne dobbiamo fare ancora tanta. A meno di un miracolo di Natale, possibilmente sulla 34° strada.