Rischia 12 anni in carcere per aver ucciso il coetaneo durante la rissa in discoteca. E oggi arriverà la sentenza della giudice per le udienze preliminari Giulia Soldini che dovrà pronunciarsi sul delitto di Terranuova. Era il primo ottobre del 2023 quando Braulio Pavel Martinez Mesa uccise Joel Ramirez Seipio. Gli lanciò un narghilè a forma di teschio al volto: i vetri gli recisero la giugulare, lui morì dissanguato pochi minuti dopo.
In pochi giorni per l’assassino scattarono le manette: i carabinieri lo arrestarono con l’accusa di omicidio volontario e da quel giorno resterà in carcere, a Perugia, dove si trova tutt’ora. Si tratta di un 33enne domenicano, residente a Magione. In questo anno dietro le sbarre avrebbe avuto qualche problema con gli altri detenuti e la polizia penitenziaria, ragione per la quale la gup nelle settimane scorse aveva rifiutato la richiesta dei legali degli arresti domiciliari per l’omicida di Joel. Giudice per le indagini che stamani dovrà decidere nell’ultima udienza del processo la sorte di Martinez.
Il processo arriva a sentenza dopo quattro mesi di udienze. A luglio la scelta dei difensori dell’imputato, Alberto Catalano e Francesco Areni, di optare per il rito abbreviato, che non prevede dibattimento, ma implica uno sconto di pena di un terzo in caso di condanna. Il processo è quindi un processo cartolare: significa che Martinez verrà giudicato sulla base degli atti, cioè delle attività di indagine, insieme soltanto alle consulenze ammesse durante l’udienza preliminare. Al tempo la gup respinse una perizia integrativa, chiesta dalla difesa, ma ammise l’esame dei periti medico legali e balistici che sono stati sentiti a ottobre in aula, a porte chiuse.
Nella sua requisitoria la pm Francesca Eva ha chiesto 12 anni di carcere per omicidio volontario, seppur riconoscendo le attenuanti generiche. Per la procura il colpo è stato inferto con l’obiettivo di ammazzare il connazionale dopo la rissa scoppiata in località Poggilupi, dopo una serata in pista. Un diverbio sfociato in rissa tra due bande rivali, finito poi in tragedia. Tesi ribadita anche dall’avvocato di parte civile Alessandro Massai che ha chiesto un risarcimento di 800mila euro per la famiglia che assiste. La difesa non ci sta: per gli avvocati dell’imputato il loro assistito non voleva uccidere nessuno, si è trattato di una casualità fatele e per questo il capo di imputazione va riformulato in omicidio preterintenzionale. Oggi, dopo le eventuali repliche, arriverà la decisione della giudice. L’udienza è fissata alle 10.