LUCA AMODIO
Cronaca

Uccise il vicino a San Polo. Mugnai si difende: "Sparare l’unico modo per fermarlo"

L’artigiano di 54 anni dopo quasi due anni di silenzio racconta la sua verità. Lo ha fatto in un’intervista ad Arezzo Tv davanti la casa presa d’assalto da Dodoli. "Ho difeso la mia famiglia, il tetto sarebbe crollato: non mi sento un assassino".

Uccise il vicino a San Polo. Mugnai si difende: "Sparare l’unico modo per fermarlo"

Sandro Mugnai, 54 anni, durante l’intervista concessa ad Arezzo Tv

"Io non mi sento un assassino ma non mi sento bene comunque: è morta una persona ma non l’ho fatto per farglielo ma perché mi ha costretto". Sandro Mugnai rompe il silenzio. Dalla notte dell’Epifania del gennaio del 2023 non aveva mai commentato i fatti fuori e dentro le aule di tribunali ma adesso l’artigiano accusato di omicidio volontario per la morte di Gezim Dodoli ha deciso di raccontare la sua verità. Lo ha fatto ai microfoni di ArezzoTv, a San Polo, a casa sua, quella casa che il vicino di casa stava colpendo a colpi di ruspa.

"Dicono dicono ma bisogna ritrovarcisi neli posti per sapere come sono andate le cose come si reagisce", ha detto in tivù all’indomani del nuovo avviso di chiusura delle indagini che stavolta vede un capo di imputazione ben più pesante: non più eccesso colposo di legittima difesa, ma omicidio volontario. "Ho sentito le botte, mio fratello ha aperto le porte e ha detto: “Ha buttato giù tutta la tettoia e sfasciato tutte le macchine“. Poi ha iniziato a picchiare la casa con la ruspa". Dice l’artigiano di 55 anni che poi aggiunge: "Mio fratello ha provato a scendere ma gli ha dato un’altra ruspata sulla porta che si vede bene nelle foto vecchie. Dalla finestra gli abbiamo intimato di smettere a urla e gesti ma lui niente". A quel punto è partito il fuoco. "Ci siamo dovuti difendere", ribadisce ancora.

"Di cosa avevate paura?", chiede la giornalista Chiara Sadotti. "Avevamo paura della nostra vita, se ti cade addosso casa, non ci si trova bene lì sotto. Se ero in strada e lo vedevo fare una cosa simile, rigiravo e me ne andavo, tanto poi ci sarà chi di dovere a sistemare le cose". "Quando ripenso a quella notte? Penso: perché lo ha fatto? Nel mio piccolo ho sempre provato ad aiutarlo, quando c’era modo di venirgli incontro l’ho fatto, poi non so perché ha deciso di fare in questo modo", ha concluso Mugnai nell’intervista ad ArezzoTv.

Adesso per l’artigiano di San Polo dietro l’angolo c’è il processo, anzi un nuovo processo. Fino a poche settimane fa era al banco degli imputati con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. La pm aveva chiesto 2 anni e 8 mesi di condanna al termine del processo doveva aveva scelto il rito abbreviato; mentre gli avvocati di parte civile avevano chiesto la riqualificazione del reato in omicidio volontario. Tesi che alla fine è stata accolta dal giudice per le udienze preliminari Claudio Lara che nell’ordinanza del 8 ottobre scorso, quando era attesa la sentenza, ha rimandato gli atti alla procura. Tutto da rifare. Da capo.

Per il gup il caso in esame è uno scenario da omicidio volontario, altro che da eccesso colposo di legittima difesa o, tanto meno, da legittima difesa. Lara lo sostiene nelle 17 pagine di ricostruzione e motivazione con cui chiede di fare un nuovo processo. "Non può essere invocata da Mugnai la legittima difesa perché ha accettato la sfida lanciata dal proprio aggressore, innescando una sorta di duello, e comunque avendo reagito in maniera non proporzionata alla situazione di pericolo", a citare un estratto.

A quel punto le carte erano tornate nella scrivania della pm Laura Taddei, “invitata“ a riformulare l’accusa. Nuove indagini e nuovo avviso di chiusura delle indagini per Mugnai, arrivato giovedì. Per gli avvocati difensori Marzia Lelli e Piero Melani Graverini la linea rimane la stessa: "Non c’era altra alternativa, Mugnai si è difeso". La questione torna in aula.