Uccise la moglie, la cerca ancora. È il pensiero fisso ogni mattina. L’attesa dell’Assise alla Casa Pia

Dal rimorso di un colpo sparato alla donna nell’appartamento di viale Giotto ai timidi segnali di ripresa. Il pm ha chiesto al gip la perizia per capire le ragioni del black out. Incardinato l’iter verso il processo .

Uccise la moglie, la cerca ancora. È il pensiero fisso ogni mattina. L’attesa dell’Assise alla Casa Pia

Il palazzo di viale Giotto dove si è consumata la tragedia: il 21 giugno scorso il marito ha ucciso la moglie malata

Serenella è il suo pensiero fisso, il vuoto che non potrà più colmare. Il primo pensiero, ogni mattino al risveglio. E il dolore è come un macigno, piombato in un sabato di giugno, alla vigilia della Giostra, nella vita di due sposi che a luglio scorso avrebbero festeggiato cinquant’anni di matrimonio. Ma quel colpo di pistola in una sera d’inizio estate ha spezzato tutto. Alessandro Sacchi, 80 anni, è accusato di omicidio volontario con l’aggravante del vincolo familiare. Dopo un periodo in carcere, il giudice ha disposto il trasferimento in una struttura protetta, come chiesto dai legali della difesa, Piero Melanio Graverini e Stefano Sacchi, col placet del pm Marco Dioni. Per lui si sono aperte le porte della Casa Pia, dove l’anziano cerca di ricostruire i pezzi di una vita saltata in aria. "Sente molto la mancanza della moglie e ancora non riesce a spiegarsi come possa essere accaduto. Erano una coppia molto unita, senza figli e forse anche questo aveva consolidato la loro unione", dicono gli avvocati. Cinquant’anni sempre insieme, camminando lungo gli alti e bassi della vita. Anche la malattia di Serenella, 72 anni, era stata affrontata con coraggio da entrambi, ma la progressione repentina aveva logorato Alessandro e il loro rapporto di coppia.

Una storia di sofferenza e solitudine, nel quartiere "bene" della città. Lui era convinto di farcela da solo, come sempre aveva fatto. Era lui e lui solo, racconta chi lo conosce, a pensare a tutto, a prendersi cura di tutto. La malattia di Serenella aveva finito per portare la donna lontano da lui, in un mondo parallelo. E lui ad anni luce da lei. Due solitudini, in pochi metri quadrati. E il silenzio che cala nella famiglia di Alessandro, ne muta l’essenza. Pochi giorni prima della tragedia, la signora che lo aiutava nelle pulizie di casa, gli aveva consigliato di chiedere aiuto. Alessandro si era quasi convinto, ma poi tutto è precipitato. Il 21 giugno, poco dopo mezzanotte, Sacchi spara alla moglie, nella cucina dell’appartamento. Quella sera lui la invitava ad andare a dormire, ma lei non ne voleva sapere. Una discussione è stata la scintilla che ha scatenato l’incendio.

Sacchi ha preso la pistola regolarmente detenuta e l’ha uccisa. Poi ha chiamato il 118 ed ha atteso l’arrivo dei soccorritori abbracciato al corpo ormai senza vita di Serenella. "Sta cercando lentamente di riprendersi, non è facile. Si trova molto bene nella struttura che lo accoglie ed è grato per l’affetto ricevuto durante le settimane in carcere", sottolineano Graverini e Sacchi che si preparano all’iter giudiziario che culminerà con il processo in Corte di Assise. Intanto il pm ha chiesto al gip la perizia sull’ottantenne attraverso l’incidente probatorio. L’obiettivo: stabilire le sue condizioni di salute e capire le ragioni del "black out". Poi con il deposito dell’autopsia e della perizia, si aprirà la strada verso l’Assise.

Lucia Bigozzi