Nascerà un comitato a supporto di Sandro Mugnai, l’artigiano che la sera dell’epifania del 2023 sparò e uccise il vicino che gli stava distruggendo casa con la ruspa. Ne farà parte con un ruolo di spicco anche Don Natale Gabrielli, parroco di San Polo che fin dalla prima ora era stato solidale con Mugnai. "Si è difeso, non aveva altra alternativa", ci ribadisce . L’operazione a supporto del 55enne che due anni fa imbracciò il fucile davanti a Gezim Dodoli armato di un escavatore è ancora in una fase “embrionale“ ma l’idea targata Giovanni Severi, imprenditore di San Polo, amico di Mugnai, ha anche un piano . "In settimana incontreremo gli avvocati di Mugnai, poi penseremo ad un nome e alle eventuali incombenze burocratiche da fare", ci dice Severi, "Io? Sono un amico di Mugnai da anni, ma mi limiterò a fare il portavoce. Lo facciamo perché l’imputazione di omicidio volontario ci pare eccessiva".
Tra le idee in bozza c’è anche quella di una raccolta fondi ma semmai più avanti. Ad ora l’obiettivo principale è quello di "supportare Sandro". Già perché adesso per Mugnai si apre un nuovo processo: quello per omicidio volontario, dopo quello per eccesso colposo di legittima difesa. L’avviso di conclusione delle indagini gli è stato recapitato qualche settimana fa all’artigiano e adesso c’è attesa per sapere quando verrà fissata in calendario l’udienza preliminare. Da allora si ricomincerà da zero, con un nuovo capo di imputazione, un’accusa ben più pesante, quella di omicidio. Un caso di di cronaca ma anche di giustizia sulla quale tre magistrati hanno dato un opinione diversa nel corso di due anni di udienze.C’è chi ha riconosciuto la legittima difesa (la gip Giulia Soldini durante l’udienza di convalida quando ha deciso di scarcerarlo); c’è chi ci ha visto l’eccesso colposo di legittima difesa (la pm Laura Taddei nella sua prima accusa quando aveva chiesto due anni e otto mesi); e chi tra le due opzioni aveva visto una terza, uno scenario da omicidio volontario (il gup Claudio Lara nella sua ordinanza di rinvio degli atti alla procura con cui ha chiesto una nuova imputazione).
Sulla questione non ha invece alcun dubbio Don Natale Gabbrielli, l’energico parroco di San Polo che già dalla prima ora aveva riconosciuto nel gesto di Mugnai un azione di difesa. "Sandro? Si è difeso. Ci ho parlato tante volte da quel giorno, lo conosco bene, la cosa è molto semplice: lui si è difeso perché non aveva altra alternativa", ci racconta. "Io non mi spiego il perché sia accaduta una cosa del genere, conoscevo entrambi, ci ero anche stato a pranzo insieme - aggiunge Don Natale - comunque oggi la comunità di San Polo è tutta a fianco di Mugnai". "Se aderirò all’iniziativa? Sì, mi hanno cercato e sono d’accordo con l’obiettivo di supportarlo", conclude sempre energico come quando ha risposto al primo squillo di cellulare, "è stata una doppia tragedia, però possiamo fare in modo che non la diventi anche per Sandro, adesso".
Era la sera dell’Epifania del 2023 quando Gezim Dodoli, conosciuto a Mugnai come Dodoli, iniziò a colpire casa con la ruspa, dopo aver demolito alcune auto con lo stesso mezzo. A quel punto l’artigiano ha imbracciato l’arma e dopo alcuni colpi al tetto ha fatto fuoco ammazzando Dodoli. O meglio, questo è quanto ha raccontato Mugnai, versione contestata dalla pm, dagli avvocati di parte civile e anche dal gup in ultimo i quali hanno evidenziato come l’imputato abbia iniziato a sparare mentre l’albanese gli stava distruggendo le auto. La vicenda adesso tornerà in aula, dove forse potranno esser sciolti gli ultimi nodi.