Un giardino in fiore oltre le tragedie. La piccola Spoon River di Romena

Un mandorlo curato dalle famiglie per i ragazzi perduti: qui da tutta Italia .

Un giardino in fiore oltre le tragedie. La piccola Spoon River di Romena

Un giardino in fiore oltre le tragedie. La piccola Spoon River di Romena

Si chiama Giardino della Resurrezione: ogni albero ha un nome, quello di un figlio perduto. E due "giardinieri" di eccezione, che lo coltivano con lo stesso amore che dedicavano al ragazzo che non c’è più. È il fiore più bello del gruppo Naìn, uno dei gioielli della comunità di Romena. Genitori accomunati dalla stessa tragedia ma anche dalla voglia di ripartire proprio nel nome dei figli. Si ritrovano una volta al mese, il prossimo appuntamento è per domenica. Lo sguardo al proprio mandorlo, la pianta scelta per la forza delle sue radici, i primi a sbocciare dopo l’inverno e gli ultimi a fare frutto, ma anche al dolore degli altri. Naìn è un villaggio poco distante da Nazareth ed è lì, dal racconto dell’evangelista Luca, che Gesù incontra una vedova a cui è morto l’unico figlio.

Tocca la bara per resuscitare il bambino morto, i gesti contano più delle parole. Ed è lo stile insieme di Romena e di questo gruppo di famiglie che arrivano da tutta Italia. Creato da don Luigi Verdi, pioniere della comunità in Casentino, e coordinato da Maria Teresa Abignente, medico e mediatrice familiare i genitori si ritrovano per un momento di riflessione, che sia preghiera oppure no. E un gesto. Un sasso, una foglia, qualcosa che simboleggi il figlio e che appoggiano intorno alla candela accesa. Soprattutto nei momenti forti. A Natale, a Pasqua, d’estate, quando il vuoto diventa più insopportabile. Durante il mese la rete si regge su whatsapp.

Sopratutto donne, ma anche tanti uomini. Nessuno desidera chiudere quella ferita, l’ultimo legame con l’affetto perduto. Portano solo avanti una scommessa: qualcosa sopravvive. E la inseguono, nel vento e nei profumi che avvolgono il loro giardino.