Arezzo, 12 gennaio 2017 - Si era ferita nell'orto, appena un graffio ad un dito, sfiorando un canniccio di bambù: è morta dopo quasi un mese. E' morta di tetano. Una di quelle malattie che ti sembra impossibile possano continuare ad uccidere quando un semplice richiamo del vaccino basterebbe a proteggerti come un ombrello. E invece uccidono.
L’ultima una signora di Pietraviva: 75 anni, una vita in una delel vallate più belle della Toscana, la Valdambra. Va a fare un po’ d’erba, a tradirla è una canna di bambù: un graffio leggerissimo,di quelli che tutti avrebbero trascurato. E invece la malattia è passata proprio da lì.
All'ospedale del Valdarno, alla Gruccia, ci è arrivata solo dopo un paio di settimane, alla vigilia di Natale. Ma a quel punto i sintomi erano già conclamati. Difficoltà a chiudere la bocca, a inghiottire: quelle forme che in generale possono passare anche da un mal di gola ma che in questi casi nascondono una verità più terribile, l'inizio di quella paralisi spastica fatale in questi casi.
Da quel momento è iniziata la sua odissea nella sala di rianimazione. Il suo Natale, il suo Capodanno, i suoi ultimi giorni di vita. Fino all’altra notte, quando ha smesso di lottare. Si è arresa al nemico invisibile. E contro il quale era disarmata. Non si era vaccinata, probabilmente non lo era mai stata. Senza mai immaginare cosa sarebbe potuto succedere.
E' tornata a casa dopo la piccola ferita, sul dito il classico batuffolo di cotone inzuppato nell’alcol. Non era bastato. La ferita non guariva, il dito aveva cominciato a gonfiarsi. Fino a che qualcuno non l’ha convinta ad andare da un medico a chiedere aiuto. Ma ormai era quasi Natale: era troppo tardi.