REDAZIONE AREZZO

Un incrocio di sguardi e il primo bacio sulla guancia di un Pontefice

"Ero partita per baciargli la mano, ma presi il suo cenno come un invito a farlo sulla guancia. Un attimo di incertezza, che risolsi in modo deciso. Avrò pure infranto il protocollo, ma fu un momento di grande umanità, impossibile da dimenticare". Così Daniela Frullani, sindaco quando in quel piovoso pomeriggio del 13 maggio 2012 papa Benedetto XVI andò in visita ufficiale a Sansepolcro per il millenario della fondazione della città. "Disguido" concluso dal sorriso di entrambi. Quell’inedito bacio sulla guancia fece notizia, mentre una lapide sul palazzo del vescovado - in piazza Torre di Berta sul lato del palco – ricorda l’evento di oltre dieci anni fa, che vide dopo 500 anni il ritorno di un pontefice nel Borgo .

Una visita annunciata da mesi, ma tutt’altro che certa fino all’ultimo istante, perché le avverse condizioni meteorologiche avevano già stravolto il programma, con la cancellazione della tappa al santuario della Verna. E se fu possibile l’atterraggio dell’elicottero a Sansepolcro in mezzo alla nebbia, è perché pochi giorni prima la famiglia Pichi Graziani, titolare della struttura, aveva illuminato la pista dell’aviosuperficie di Palazzolo, altrimenti i biturgensi avrebbero dovuto rimandare il loro abbraccio a Ratzinger.

Venne accolto con tutti gli onori, nonostante l’acqua a catinelle. Prima del suo arrivo in piazza, Benedetto XVI esaudì un suo desiderio: accompagnato dall’allora parroco, don Alberto Gallorini, arrivò davanti al crocifisso ligneo del Volto Santo in cima alla navata di sinistra della cattedrale. E puntò il dito indice come per dire: eccolo finalmente! Uno dei motivi per i quali accettò volentieri di venire era stato proprio l’incontro con quell’immagine sacra.

Quel giorno Benedetto XVI celebrò la Santa Messa ad Arezzo, ma il discorso domenicale trasmesso poi in serata dal Tg1 della Rai fu quello pronunciato a Sansepolcro.

Claudio Roselli