Racconti inediti e sorprendenti, testimonianze inattese e originali di esperienze personali vissute in un museo, luogo di opere d’arte, strumenti di scienza o oggetti di varia natura, ma anche di incontro tra persone e idee, scoperte e passioni, tra ricordi, curiosità e fantasie, capaci di diventare patrimonio di tutti: questi sono stati i protagonisti della prima edizione del premio Barnaba, il concorso letterario ideato dal Museo Galileo di Firenze, che torna dopo il successo dell’anno scorso. È già possibile inviare la propria candidatura: i lavori – opere inedite in lingua italiana, di massimo 30mila battute spazi inclusi – dovranno pervenire entro il 31 marzo con le modalità indicate sul sito del Museo Galileo. La premiazione si terrà a Pieve Santo Stefano nell’ambito del prestigioso Premio Pieve Saverio Tutino, che si svolgerà il prossimo settembre. Il Premio è rivolto a tutti coloro che desiderano, attraverso la scrittura, condividere un’esperienza personale vissuta all’interno di un museo, inteso non solo come luogo di incontro tra oggetti in mostra e visitatori ma anche tra persone, con le loro idee, i loro interessi e le loro passioni. Un luogo che può far scaturire scoperte inattese, e che può esso stesso diventare racconto, un racconto che qualcuno offre a qualcun altro. Al vincitore verranno consegnati un premio in denaro di mille euro e la targa. I racconti finalisti saranno pubblicati in un volume collettivo a cura della casa editrice del Museo Galileo.
Il nome del Premio prende le mosse da un racconto di Daniele Del Giudice pubblicato nel 1988 nel museo di Reims. Barnaba, il protagonista è un ragazzo che sta perdendo la vista e si reca a Reims per ammirare il Marat assassiné di Jacques-Louis David. Una ragazza, Anne, si accorge della sua difficoltà e decide di raccontargli il quadro. Nel comitato scientifico Natalia Cangi (nella foto) direttrice della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve e presidente della commissione di lettura del Premio.