AREZZO
Un quartiere sotto choc. Volti tesi, qualcuno ha gli occhi lucidi mentre i soccorritori come in un duello con la morte giocato fino all’ultimo istante, cercano di rianimare la donna precipitata dal quarto piano di quel palazzo signorile, in una mattina come tante. Ci provano, non mollano. A pochi metri, nel campetto in terra battuta dove i ragazzi inseguono un pallone e i sogni dei loro anni leggeri, è atterrato il Pegaso, pronto a continuare quel duello fino all’ospedale, dove poi proseguiranno i medici. Invece no. La donna di 72 anni che aiutava l’anziana amica di 85, non ce l’ha fatta. I tentativi, strenui, di salvarla non sono bastati. Tutto si è fatto scuro all’improvviso, in una mattina di sole, un’estate che non se ne vuole andare e invita a uscire, a incontrarsi. Così la prorietaria dell’appartamento scende ai giardinetti sotto il palazzo a parlare con le amiche: un momento di relax prima del pranzo. Invece, ha assistito inerme alla tragedia. Il suono, lancinante delle sirene, spezza la calma del Villaggio Oriente.
Le persone si affacciano dai terrazzi per capire cosa sta succedendo. Ma quando il Pegaso si alza in volo senza la donna a bordo, appare chiaro a molti come è andata a finire. Nei vialetti dei giardini si radunano alcune persone che commentano il via vai di soccorritori e polizia. E qualcuno piange.