REDAZIONE AREZZO

Un supplente? No, un robot umanoide di sostegno Si chiama Pepper e affianca il lavoro dei professori

Può essere utilizzato in classe ma anche fare compgnia agli anziani nelle case di cura. Il primo test è stato a Genova.

Un supplente? No, un robot umanoide di sostegno  Si chiama Pepper e affianca il lavoro dei professori

Un supplente? No, un robot umanoide di sostegno Si chiama Pepper e affianca il lavoro dei professori

Pepper è il robot costruito dall’azienda franco-giapponese softbank, dotato di una intelligenza artificiale e nato nei laboratori già protagonisti del progetto di intelligenza artificiale. Le prime interazioni sono state quelle di fare compagnia agli anziani ospiti delle case di cura, in Inghilterra e nella rete di residenze in Giappone. Questo però è un esperimento del tutto nuovo!

L’esperimento, progettato da un dottoranda 26enne Lucrezia Grassi , ha messo Pepper alla prova in aula.

Dopo l’esperienza con gli anziani è stata la volta dei giovani con un test durato tre mesi su 300 alunni di prima e seconda media della scuola Parini-Marello di Genova.

Non riusciamo a credere all’esistenza di un robot di sostegno, ma senz’altro deve essere molto interessante farsi spiegare certe cose difficili (come grammatica o matematica) da una voce artificiale che ti indica con un dito di metallo qual è stato il tuo errore e magari ti fa un complimento per aver fatto bene l’esercizio!

Dicono che a Genova, Pepper abbia avuto a che fare con i ragazzi nell’aula di informatica dove a turni di mezz’ora il robot ha interagito con quattro studenti alla volta. A noi piacerebbe molto!