LAURA LUCENTE
Cronaca

Una cortonese tra le migliori scienziate al mondo

La storia di Maria Angela Franceschini, donna di successo che si fatta strada in America portando avanti ricerche importanti. La scelta di abbandonare l'Italia 25 anni fa è stata irreversibile

Maria Angela Franceschini

Maria Angela Franceschini

Cortona, 10 dicembre 2017 - E’ entrata a far parte della Top Italian Scientists il censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo. Un riconoscimento che arriva finalmente dall’Italia, sua terra d’origine, dopo anni di successo all’estero. Perché Maria Angela Franceschini è una ricercatrice e una studiosa che grazie al suo lavoro ha apportato un significativo contributo ai progressi della conoscenza medica.

Recentemente ha conquistato un posto anche nel prestigioso Aimbe (American Institute for Medical and Biological Engineering) l’organizzazione con sede a Washington che rappresenta le persone più esperte nei campi dell'ingegneria medica e biologica.

Lei appartiene a quella categoria comunemente detta dei “cervelli in fuga”. Nel 1993 ha abbandonato la sua amata Cortona e i suoi affetti per trasferirsi in America. E la scelta professionale è stata irreversibile. Con una laurea in fisica conseguita a Firenze e qualche mese di dottorato al Cnr ha deciso di tentare l’esperienza oltreoceano. “E’ stata una scommessa con me stessa – racconta Maria Angela – consapevole che in Italia le possibilità di lavoro erano limitate. Sono partita senza nemmeno conoscere l’inglese per fare da assistente ad un professore italiano. Da quell’occasione ne sono nate tante altre che mi hanno permesso di diventare quella che volevo, di fare quello che amo e di realizzare il tutto grazie a me stessa, alle mie scelte e al mio lavoro. Il sistema americano permette a chi ne ha le capacità e lavora duro di realizzare le proprie aspirazioni e i propri sogni. Non è tutto perfetto, o tutto meglio che in Italia: l’America è spietata, si lavora sempre senza raggiungere mai la stabilità, il posto fisso”.

Oggi ricopre il prestigioso ruolo di professore associato alla Harvard Medical School ed è un punto di riferimento nel campo della bio medicina. Nel suo curriculum figurano oltre 100 pubblicazioni e anche in fatto di premi e riconoscimenti la lista è davvero lunga.

La sua attività di ricerca si concentra sullo sviluppo e l'applicazione di tecniche ottiche non invasive agli studi del cervello umano, in particolare nei neonati. E’ stata un pioniere, fin dai primi anni ’90, del NIRS (un mezzo che usa luce nella banda spettrale nel vicino infrarosso per studiare i tessuti biologici) e ha contribuito allo sviluppo di strumenti commerciali ampiamente utilizzati.

“Recentemente grazie alle iniziative di finanziamento promosse dal presidente Obama e dedicate alle neuroscienze (the NIH Brain Initiative) sto portando avanti un nuovo e importante progetto di sviluppo del NIRS ”, racconta ancora Franceschini. Questo nuovo progetto le ha aperto le porte anche del famoso MIT Lincon Laboratory, il centro di ricerca e sviluppo del' Massachussetts Institute of Tecnology finanziato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, con cui oggi Maria Angela collabora per creare tecnologia NIRS all’avanguardia, di nuova generazione, più sofisticata e potente.  

Il suo impegno è rivolto anche alle attività No Profit, con l’associazione NeuLuce di cui è presidente. A luglio è tornata dal suo quarto viaggio in Africa, questa volta in giro per villaggi sperduti della Guinea Bissau dove sta portando avanti un progetto sulla crescita dei bambini malnutriti per cercare di trovare soluzioni per alleviare l’arresto dello sviluppo del cervello dovuto alla malnutrizione.

 “Mi manca l’Italia, Cortona, gli affetti che ci ho lasciato (genitori, fratello, amici), ma sono consapevole che per me non c’è posto professionalmente. In America ho potuto trovare la mia strada e sono certa che ancora ho molto da dare. Ai miei figli credo e spero di aver trasmesso i miei sogni, la capacità di riconoscere le opportunità e il coraggio di non lasciarsele scappare. Magari un giorno non lontano saranno loro che troveranno queste opportunità in Italia, un’Italia nuova, migliore di quella che io ho lasciato 25 anni fa”.