GIOVANNI
Cronaca

Una curva cambiò la storia. Fanfani ritoccò il progetto e fece passare l’autostrada. L’idea geniale di un aretino

Era stato l’ingegner Cassi a studiare la variante tra Levane e Monte San Savino. Gli ultimi 74 chilometri da Valdarno a Chiusi finiti 70 anni fa. Ora il nodo terza corsia.

Era stato l’ingegner Cassi a studiare la variante tra Levane e Monte San Savino. Gli ultimi 74 chilometri da Valdarno a Chiusi finiti 70 anni fa. Ora il nodo terza corsia.

Era stato l’ingegner Cassi a studiare la variante tra Levane e Monte San Savino. Gli ultimi 74 chilometri da Valdarno a Chiusi finiti 70 anni fa. Ora il nodo terza corsia.

CardinaliHo visitato la mostra "Italia in movimento" presso il Maxxi di Roma dedicata al centenario della prima autostrada d’Italia del 1924 (Milano-Laghi) e ai sessanta anni dell’Autosole, lo stesso nome del treno che collegava Torino alla Sicilia e portava i contadini del Sud alle fabbriche del Nord. Nella sala d’ingresso della mostra sono riprodotti i filmati in bianco e nero dell’Archivio Storico Luce Cinecittà, dalla posa della prima pietra a San Donato Milanese nel 1956 all’inaugurazione dell’ultimo tratto nel 1964 a Firenze. Le foto delle fasi costruttive si alternano a foto recenti di paesaggi ed architetture da Nord a Sud.

La Chiesa del maestro Michelucci è rappresentata con più foto, di allora e di oggi, voluta dalla Società Autostrade a memoria di tutti gli operai caduti in otto anni di lavori per realizzare 753 chilometri di nastro stradale: 440 ponti e viadotti, 38 gallerie. Michelucci definì la sua opera come "una risposta al nuovo nomadismo dell’uomo che cerca la pace" e viene citata da Richard Ingersoll come la più rappresentativa delle architetture moderne nel voluminoso World Architecture A Cross-Cultural History. Quel che trapela dai filmati sulle inaugurazioni è la frequenza dell’immagine di Amintore Fanfani al quale fu affibbiato il soprannome di "rieccolo!". Anche le immagini con operai in canottiera e senza casco sono eloquenti, soprattutto se messi a contrasto con gli immensi ponteggi predisposti per i lunghi viadotti ad arco e in cemento armato nel tratto appenninico.

Gli ultimi tratti aperti al traffico nella seconda metà del 1964 furono 74 chilometri da Valdarno a Chiusi Chianciano e 41 chilometri da Orvieto a Chiusi. L’Autosole come le ferrovie di fine ottocento rappresenta la storica ricucitura territoriale che ha contribuito all’unità dell’Italia. Il progetto originario è del professor Francesco Aimone Jelmoni del Politecnico di Milano incaricato dal Gruppo Iri tramite Sisi Sviluppo Iniziative Stradali Italiane (Eni, Fiat, Italcementi e Pirelli). Gli ultimi due anni di costruzione furono dedicati al tratto fra Firenze e Roma a causa di ritardi nella scelta dell’itinerario per controversie territoriali.

L’Iri bocciò le varianti richieste da Siena e Perugia che si elidevano a vicenda e non sostenibili dal punto di vista tecnico. Fu scelta l’ipotesi "delle 4 valli" del professor Jelmoni che privilegiava la Val di Chiana aretina e confermava i tracciati storici delle strade consolari romane. L’ingegnere aretino Ubaldo Cassi, incaricato dalla Camera di Commercio, propose per il tratto fra Levane e Monte San Savino una variante al professor Jelmoni. La variante fu accettata poi dall’Iri anche per il minor costo di investimento e ad essa fu dato il nome di "curva Fanfani" per la vicinanza ad Arezzo dell’asse stradale.

Le cronache del tempo riportano un Fanfani che corregge con un lapis e piuttosto stizzito la tavola di progetto. Il ruolo del politico fu sicuramente determinante ma grazie all’autorevole studio Cassi. Oggi la storia si ripete per l’adeguamento e messa in sicurezza con ampliamento a terza corsia dell’A1 fra Firenze e Orvieto.

Il tratto da Chiusi a Firenze è superaffollato da oltre venti anni, gravato da un traffico largamente superiore rispetto alle previsioni iniziali. Tutto il tratto da Milano a Bologna è stato nel frattempo adeguato a 3 e 4 corsie per senso di marcia, fra Barberino del Mugello e Sasso Marconi è stata costruita la "variante di valico" in alternativa alla "panoramica", è in corso di completamento la terza corsia a nord di Firenze, verso Barberino. A Sud sono stati completati i lavori da Firenze Sud fino al confine con il comune di Reggello, sono in corso i lavori di adeguamento della Galleria San Donato, con un nuovo ponte sull’Arno e l’intervento sulla galleria prima del casello di Incisa. La seconda tratta Incisa-Valdarno è in fase di appalto e prevede, fra l’altro, un nuovo ponte a Nord dell’attuale ponte Terranuova ricostruito nel secondo dopoguerra sui resti del ponte commissionato dal Barone Ricasoli nel 1865. L’ultimo tratto con terza corsia ancora da realizzare, riguarda il territorio delle provincie di Arezzo e Siena a sud del Casello A1 Valdarno: da almeno venti anni è superaffollato e gravato da un traffico largamente superiore rispetto alle previsioni iniziali. Per questo tratto siamo fermi agli anni Ottanta del secolo scorso quando la Società Autostrade, presentò il "progetto preliminare con inserimento paesaggistico" di terza corsia da Firenze a Roma ma abbandonato all’inizio degli anni novanta.

Nei decenni successivi fu ripreso solo per il tratto da Roma Settebagni verso nord e furono realizzati lavori per la terza corsia fra Orte e Roma Nord. Al momento, non esiste purtroppo alcun piano per realizzare la terza corsia fra Valdarno e Chiusi, un tratto con notevoli volumi di traffico caratterizzato da frequenti e gravi incidenti, soggetto a continue interruzioni con deviazione insostenibile dei veicoli sulla viabilità locale.