LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Una diga agli abusi dei più piccoli". Il vescovo lancia le nuove linee. Come trasformerà le parrocchie. Convoca anche i politici al Giubileo

"Le guerre e la crisi disorientano tutti, dobbiamo spezzare la solitudine". Commissione per i minori. I detenuti tra le priorità: "Un momento di preghiera davanti al carcere". L’augurio agli aretini. .

"Le guerre e la crisi disorientano tutti, dobbiamo spezzare la solitudine". Commissione per i minori. I detenuti tra le priorità: "Un momento di preghiera davanti al carcere". L’augurio agli aretini. .

"Le guerre e la crisi disorientano tutti, dobbiamo spezzare la solitudine". Commissione per i minori. I detenuti tra le priorità: "Un momento di preghiera davanti al carcere". L’augurio agli aretini. .

"Il mio primo ufficio è la macchina..." sorride il vescovo globetrotter. Ma il codice della strada è un altro "comandamento" da osservare quando è al volante. Attraversa paesi e borghi della diocesi, anche solo per un saluto, per esserci e condividere. Come è accaduto con suor Angela, 102 candeline sulla torta: lui, il vescovo Andrea le ha fatto visita nel convento di Anghiari. Ma il cammino di Migliavacca incrocia anche strade in salita, quelle della sofferenza: famiglie in crisi, anziani soli.

Vescovo, ha detto di trovare tanta gente frastornata e disorientata: come lo spiega? "È l’effetto di un contesto mondiale con molti teatri di guerra. Questo porta le persone a sentirsi disorientate nella vita quotidiana, dalla famiglia all’ambiente di lavoro".

È solo l’effetto di una situazione internazionale complicata o a questo si intrecciano le difficoltà economiche delle famiglie? "Tutto si tiene: la crisi internazionale si traduce in situazioni critiche nella vita quotidiana delle famiglie. Le criticità che sembrano lontane da noi incidono sulla nostra vita".

Cosa suggerisce nel giorno della Pasqua per ridare fiducia e speranza alle famiglie? "La speranza per noi cristiani nasce dal sapere che Gesù è con noi, ed è lui la speranza, la sicurezza, la pace. La speranza nasce dal radicare le famiglie sui valori veri: l’amore, la ricchezza educativa, l’apertura agli altri. C’è un altro elemento: il non sentirsi soli, non camminare da soli ma trovare occasioni di coesione e ascolto reciproco".

È una Pasqua che arriva nel pieno di una trasformazione dell’organizzazione della diocesi: a che punto siamo? "Ho nominato i vicari e ho chiesto loro di fare un progetto per le parrocchie e le varie aggregazioni che dovrebbero nascere. Siamo in fase di evoluzione per arrivare in autunno alla definizione".

C’è pure la commissione per la tutela dei minori. Come nasce e con quali funzioni? "Fa parte dell’impegno delle nostre chiese e della diocesi a contrastare l’abuso sui minori, anzitutto con uno sguardo generale, non solo all’interno della chiesa ma anche in altri luoghi, a cominciare dalla famiglia. Lavoriamo per creare ambienti sicuri per i ragazzi e per sanare all’interno i problemi che ci sono stati nel passato".

In che modo? "Tutte le diocesi sono impegnate. Noi abbiamo il referente per la tutela dei minori, don Alessandro Conti, Paola Forzoni che si occupa dello sportello di ascolto. La commissione svolge attività di prevenzione, monitoraggio e formazione. Può ricevere segnalazioni che vengono girate allo sportello di ascolto o a me direttamente".

Avete definito le priorità dei nuovi vicariati e quali sono? Ripensare le parrocchie del territorio, trovare ambiti pastorali in cui collaborare, camminare insieme, offrire occasioni di incontri periodici del vicariato, favorendo un collegamento. Nei vari organismi che si stanno rinnovando sto coinvolgendo i laici e le donne, come ho fatto nella commissione per l’ammissione agli ordini. E dove è possibile, anche i giovani".

Come cambierà il rapporto reciproco tra i parroci e quello tra i parroci e i loro fedeli? "Immagino l’unità pastorale caratterizzata da una equipe dove siano rappresentati all’interno della quale siano rappresentanti, il diacono, la famiglia, i giovani, con il parroco che ha il compito di guida. Un lavoro in sinergia, che non vuol dire cancellare le tradizioni e le piccole parrocchie, semmai è un modo per renderle più vive".

Gli aperitivi con i giovani in piazza: quali le prime sensazioni? "Ho avuto una buona impressione: da una parte la sorpresa di tanti giovani che non sapevano dell’aperitivo offerto e altri che erano informati e sono venuti per l’incontro. Dal 25 al 27 aprile saremo a Roma con circa quattrocento ragazzi per il giubileo degli adolescenti".

Lei ha messo al centro anche il legame con i detenuti: in che condizioni vivono? "Colgo in carcere un clima di rispetto e dignità anche se resta un luogo di costrizione della libertà. Quest’anno il carcere rappresenta anche uno sguardo nel giubileo della speranza. Durante la processione del Corpus Domini faremo una sosta di preghiera davanti al carcere".

Un altro fronte sul quale è impegnato è la valorizzazione delle donne nella diocesi: altre nomine in vista? "Al momento no. Le donne sono già parte rilevante e attiva di tante parrocchie che vivono grazie al loro servizio. Il passo che dovremmo fare come Chiesa è dare più spazio alle donne nei luoghi decisionali, di riflessione, nei luoghi della comunità".

È l’anno del Giubileo: come è finora la risposta della gente alle iniziative diocesane, in testa i pellegrinaggi a Roma? "C’è una buona valorizzazione nella diocesi delle chiese giubilari; molto belli e partecipati i momenti inaugurati a Rondine e in ospedale. Buona risposta anche sui pellegrinaggi a Roma. Dopo gli adolescenti, il 31 maggio ci sarà il giubileo delle famiglie e l’11 ottobre quello delle diocesi da tutta la Toscana: per ora abbiamo 1500 iscritti. In agosto il pellegrinaggio dei giovani: qui siamo a un centinaio di iscritti e si fa più fatica a raccogliere adesioni ma siamo fiduciosi. Vivremo altri due pellegrinaggi speciali: il 15 maggio al santuario della Madonna di Montenero e a luglio a Monteberico, vicino Vicenza. E ancora: il giubileo degli sportivi a giugno e in autunno vorrei vivere il giubileo degli amministratori, sindaci ed eletti, politici. Penso a un incontro in cattedrale".

La sua voce si è sentita forte sulla legge di fine vita: ci sono altre iniziative in vista? "Ribadisco la contrarietà delle nostre chiese rispetto a una legge che riteniamo contraria alla vita e ai valori di solidarietà e di cura. Le nostre iniziative, a cominciare da quelle promosse dall’arcivescovo di Firenze, vogliono essere un contributo a riflettere".

Gli auguri del vescovo Andrea agli aretini? "Auguro a tutti che il messaggio della Pasqua che contiene la notizia della pace, possa diffondersi in ogni casa arrivando al cuore di tutti noi. E sia una pace di speranza".