LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Una scuola su dieci senza dirigente. Curtolo e il quadro delle reggenze: "Supplenti, partono le chiamate"

Il provveditore in pensione a giorni. "È mancata una sede universitaria autonoma per il decollo definitivo". Mette al centro l’unica ’palestra’ orafa in Italia e i risultati legati al lavoro. "Un mondo in crescita".

Una scuola su dieci senza dirigente. Curtolo e il quadro delle reggenze: "Supplenti, partono le chiamate"

Il provveditore Roberto Curtolo concluderà il suo mandato alla guida dell’Ufficio scolastico regionale il 31 agosto

"Un preside prestato all’Amministrazione centrale". Non si appunta medaglie sul petto Roberto Curtolo, all’ultimo miglio del mandato alla guida dell’Ufficio terzo dell’Usr Toscana. Curtolo va in pensione ma fino all’ultimo giorno del suo incarico - il 31 agosto- accompagna le scuole sulla soglia dell’anno scolastico. Prima campanella, il 15 settembre. Nella sua ventiquattrore un mare di ricordi, traguardi, volti, che hanno caratterizzato gli anni aretini al timone del Provveditorato, dal 2016. Nessuna medaglia, ma un bilancio "pesante" nel lungo cammino dentro la scuola.

Curtolo, come sono stati gli anni aretini?

"Molto belli e intensi, fatti di grande collaborazione con le scuole che forse sono meno conosciute a livello toscano, meno valutate di quanto, invece, dovrebbero essere".

Perchè?

"Qui abbiamo realtà importanti ma il sistema formativo della città non è mai riuscito a imporre una sua centralità nel panorama toscano pur avendo, a livello produttivo, il distretto orafo più grande d’Europa, settori importanti quali l’industria meccanica, la moda. Gli aretini non sono riusciti a far corrispondere e ad imporre una filiera formativa coerente con la grande capacità imprenditoriale, restando un pò oscurati da Firenze".

Cosa è mancato?

"Forse una sede universitaria completamente autonoma, come a Pisa, Siena e in parte a Lucca, sedi che hanno consentito a queste province di avere una centralità più forte di quella di Arezzo".

Lei si è speso molto sul versante scuola-lavoro. Risultati?

"Abbiamo l’unico istituto professionale per orafi d’Italia e abbiamo una sede di istituto tecnico superiore per l’oreficeria che fa parte dell’ITS Tab e che collabora con l’altro ITS con sede ad Arezzo: Energia e ambiente. Due strutture formative che sono anche il frutto di uno sforzo che come Ufficio scolastico regionale abbiamo fatto per mantenerli sul territorio e offrire così agli studenti un’opportunità post diploma molto qualificata in due settori strategici".

Perchè i ragazzi sono poco interessati al settore orafo?

"L’oreficeria è stato il cuore dell’industria aretina, ha avuto un momento di appannamento ma adesso torna ad essere un settore fondamentale. Non è riconosciuto come appetibile dai giovani perchè da parte delle scuole, ma anche da parte delle imprese, c’è bisogno di una comunicazione più accattivante".

Che rapporto ha avuto con le istituzioni?

"Collaborativo con tutti, istituzioni e imprese. E se la scuola aretina ha oggi ottenuto una posizione riconosciuta, lo si deve anche alla costruzione di una consapevolezza da parte delle scuole sulla loro forza e sulla loro capacità di incidere".

Che Scuola lascia?

"Molto più consapevole e forte rispetto al 2016, a tutti i livelli. Il riconoscimento va ai dirigenti che si sono lasciati coinvolgere nella costruzione di una lobby positiva".

Nuovo anno alle porte: i sindacati lamentano ritardi della macchina ministeriale. A che punto siamo?

"Per ora le operazioni stanno andato in porto in maniera regolare. Stiamo rispettando i termini posti dal ministero in maniera molto stringente. Siamo riusciti a garantire una partenza regolare anche in termini di spazi e ambienti".

Presidi, avanti con le reggenze?

"Delle 52 scuole aretine ne abbiamo 5-6 con reggenze ma il problema è legato alla trafila del concorso".

E per i docenti di ruolo?

"Sono tutti al loro posto, sono appena uscite le graduatorie di prima fascia".

Resta il nodo delle graduatorie provinciali per i supplenti.

"A partire da adesso inizieranno le chiamate, poi dipende dalla singola accettazione. Il primo bollettino che uscirà per la seconda fascia, di fatto coprirà tutti i posti, anche se c’è il fattore rinunce, specie dai docenti di altre regioni inseriti nelle nostre graduatorie. E questo ci costringe a emanare ogni volta nuovi bollettini. È un fattore che riguarda il modello di reclutamento, un pò bizantino, che mostra in questo le sue fragilità".