“Una stella di nome Gabriele”: la presentazione al Dovizi con i ragazzi dell’Isis Fermi

Il ragazzo prematuramente scomparso in circostanze tragiche

La presentazione

La presentazione

Arezzo, 15 ottobre 2024 – Si è tenuta questa mattina, alla presenza di due classi dell’Isis Fermi di Bibbiena accompagnati da alcuni docenti, la presentazione del libro “Una stella di nome Gabriele”, ovvero una raccolta di racconti fatti sui ricordi di 53 tra amici, docenti e persone vicine a Gabriele Lusini, il ragazzo prematuramente scomparso in circostanze tragiche (rimase folgorato mentre stava pescando all’imbocco della ciclopista dell’Archiano a Soci).

I ricordi di queste 53 persone sono stati raccolti e rielaborati dalla novellatrice casentinese Marina Martinelli che, questa mattina, ha conversato con i ragazzi sul valore della vita e sull’importanza delle relazioni di valore.

Hanno preso parte alla presentazione anche l’Assessora alla Scuola Vittoria Valentini e il Sindaco Filippo Vagnoli che è intervenuto con un ricordo personale sulla tragica scomparsa del padre e sul fatto che le emozioni, anche quelle scaturite da un evento drammatico, se condivise ci danno più forza per affrontare il nostro futuro.

Accanto alla sua testimonianza si è unita quella di alcuni docenti e di alcuni ragazzi. In prima fila, in ascolto e in accoglienza dei pensieri degli studenti, erano seduti anche i genitori di Gabriele, Katia e Fabio.

I fondi raccolti dalla vendita del libro verranno devoluti da Katia e Fabio alle associazioni di volontariato del territorio. Genitori che – come ha detto Marina Martinelli: “hanno da subito capito l’importanza del dare agli altri per rielaborare il dolore della loro perdita e dare senso alla stessa”.

Già lo scorso anno, grazie ai fondi devoluti dai due genitori, a Soci è stato inaugurato un defibrillatore semi automatico per salvare vite umane installato non lontano dal luogo della tragedia, e donato un tavolo per il gioco e il ritrovo, alla casa famiglia di Farneta sempre nel comune di Bibbiena.

Il libro è stato portato già in tanti teatri e luoghi di ritrovo del Casentino proprio con la finalità di raccogliere fondi che i genitori devolveranno in totale beneficenza e per far riflettere sulla vita e sul percorso di amore che una vita può far sorgere anche al di là di se stessa.