
Una storia che risale alla Norvegia di 40 anni fa E passa attraverso un vero patto tra generazioni
L’uso dell’aggettivo “sostenibile” nel senso di “rispettoso dell’ambiente” è ormai comune, ma qual è la sua origine? Nel 1983 Gro Harlem Brundtland, politica norvegese e primo ministro del suo Paese, ebbe dall’ONU l’incarico di guidare una commissione di esperti internazionali che approfondisse i problemi ambientali per individuare una strategia per affrontarli a livello mondiale. Nel 1987 fu pubblicato il rapporto finale della commissione, dal titolo Our common future (“Il futuro di tutti noi”), noto anche come “Rapporto Brundtland”. Qui troviamo il concetto per la prima volta: è definito ‘sostenibile’ lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri. Non ci si limita a dichiarare l’importanza della tutela dell’ambiente, si intende promuoverla concretamente proponendo un modello di crescita più equo e rispettoso.
Il concetto della sostenibilità continua ad ispirare la visione dell’ONU: lo ritroviamo infatti nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, programma sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi, che ha infatti l’obiettivo di coniugare tutela dell’ambiente, crescita economica e inclusione sociale.