
La sede di Unicredit
Arezzo, 10 luglio 2018 - C’è un altro palazzo storico in cerca d’autore, un altro contenitore in attesa di una nuova destinazione. E’ il Palazzo Brandaglia all’angolo fra il Corso e via Garibaldi, sede da tempo immemorabile di Unicredit e prima del Credito Italiano che del gruppo bancario è stato uno degli istituti aggreganti. Ancora pochi giorni (il 20 luglio, secondo le indiscrezioni) e quella che era l’agenzia principale di Arezzo chiuderà i battenti per trasferirsi (dal 23) nell’altra sede cittadina di Unicredit, il grande cubo in vetrocemento di via Guido Monaco, sorto anche quello, alla fine degli anni ’70, dalla demolizione di un edificio storico, il vecchio Albergo Graverini, d’angolo in via Lorentino d’Arezzo con un altro pezzo del costume locale, l’ex cinema Politeama, da anni in via di ristrutturazione.
E Palazzo Brandaglia, edificio di origine trecentesca, roccaforte di un’antica famiglia di parte guelfa, ristrutturato in stile neomedioevale dopo l’Unità, del cui nucleo originario restano poche vestigia al piano terra, quello degli sportelli al pubblico di Unicredit? Pare destinato a diventare un’alta tessera del puzzle immobiliare che si gioca nel centro storico, dove peraltro i palazzi storici in attesa di nuovo utilizzo si sprecano.
Da Palazzo Carbonati, ex sede della procura, a Palazzo Fossombroni, che ospitava fino a pochi mesi fa il settore sociale del Comune, da Palazzo Perelli, già sede della Banca d’Italia e poi dell’assessorato all’urbanistica, a Palazzo Barbolani di Montauto, che ha ospitato una parte della Provincia fino a pochi anni fa. Rispetto a questi edifici tutti arroccati sul colle, Palazzo Brandaglia ha il vantaggio di una posizione centrale in piena zona dello shopping. E infatti proprio quella pare la destinazione scelta da Unicredit che ne è proprietaria: un grande magazzino che occupi gli spazi adesso utilizzati dalla banca.
Di nomi se ne fanno tanti, ma negli uffici del grande gruppo bancario, uno dei due giganti nazionali, la parola d’ordine è il silenzio fino alla chiusura delle trattative. Da Unicredit, dunque, arriva soltanto la conferma ufficiale del trasferimento, giustificato con la rivoluzione che sta rivoluzionando anche l’ovattato mondo del credito: home banking e bancomat sempre più intelligenti, capaci ormai di effettuare molte operazioni di cassa, riducono il bisogno del personale e degli spazi fisici che occupa. Oltretutto, il Risiko bancario ha portato nell’egida del gruppo molte sigle che un tempo avevano loro sedi e dipendenti autonomi e che adesso rischiano di trasformarsi in doppioni gli uni degli altri.
E’ finita ad esempio con Unicredit la fu Banca dell’Umbria che il cubo modernista di via Guido Monaco l’aveva fatto costruire. Ora sarà quella la sede dell’area Arezzo-Siena da cui dipendono tutti gli sportelli delle due province, oltre a un grande caveau, un centro corporate per le aziende e il private banking per i clienti più grossi. Da lì i manager locali di Unicredit comanderanno su una platea che copre 17 filiali e 30 mila clienti.