Uniti per Giovannetti: "L’esempio di don Alcide ha guidato la sua vita". Quel dono sulla bara

Vescovi e cardinali al funerale da tutta la Toscana: c’erano Bassetti e Betori. Un quadro con lui chierichetto nell’ora della strage: le parole di Migliavacca.

Uniti per Giovannetti: "L’esempio di don Alcide ha guidato la sua vita". Quel dono sulla bara

Uniti per Giovannetti: "L’esempio di don Alcide ha guidato la sua vita". Quel dono sulla bara

Sulla bara, appoggiata a terra nella navata centrale del Duomo, c’erano un Vangelo aperto e la mitra, quel paramento indossato fin dalla sua ordinazione come vescovo a ridosso degli anni ’80. La diocesi aretina, la comunità di Civitella, i sacerdoti e i fedeli che ne hanno apprezzato doti e carisma, hanno salutato così ieri pomeriggio Luciano Giovannetti, scomparso sabato scorso proprio mentre a Civitella venivano ricordate le vittime dell’eccidio del 29 giugno 1944 a cui lui scampò. "Non può non colpire la nostra attenzione la data della sua morte - ha detto nella sua omelia il vescovo Migliavacca - Quello stesso giorno, ottant’anni prima, il piccolo Luciano che era nato il 26 luglio 1934, era accanto all’altare di Civitella, vicino a don Alcide Lazzeri, in quella tremenda giornata dove si compì l’efferato eccidio di tanti innocenti e dal quale, per la provvidenza di Dio, il piccolo chierichetto di allora si era salvato. Don Luciano ha sempre portato nel cuore quella giornata e la memoria delle tante vittime innocenti, con particolare legame per quel prete, don Alcide, che con le sue parole e con la sua testimonianza aveva dato la vita per la sua gente, con la speranza anche di poterla salvare. Da don Alcide il piccolo Luciano aveva subito compreso il senso vero dell’avventura umana e in particolare della vita del prete che è donare la vita per la Chiesa e per il popolo di Dio, per la gente. La testimonianza di don Alcide ha sempre guidato la vita di Luciano nel suo diventare prete e poi vescovo. Una vita donata nell’amore per la Chiesa e per il bene delle persone a lui affidate. Il vescovo Luciano muore proprio quel giorno, ottant’anni dopo il giorno della strage di Civitella, quasi a chiudere idealmente una parabola di vita". Una vita spesa per la giustizia, per custodire la memoria e promuovere pace e riconciliazione.

Al termine della celebrazione - a cui hanno preso parte anche i cardinali Bassetti e Betori, monsignor Agostinelli e molti altri prelati - don Alvaro ha posto sulla bara una incisione in argento. "Era il regalo che gli avremmo donato il prossimo luglio per i suoi 90 anni - ha detto don Alvaro - Avremmo festeggiato qui, in cattedrale. Nell’incisione c’è l’immagine di un sacerdote, di un chierichetto, sullo sfondo l’altare della chiesa di Civitella. Un’immagine cara a monsignor Giovannetti che pensiamo possa racchiuderne l’essenza e che adesso speriamo lo accompagni in questo sua viaggio".

M.M.