Arezzo, 04 novembre 2024 – Lo scorso fine settimana un giovane di 20 anni si è presentato al pronto soccorso dell'Ospedale di Santa Maria alla Gruccia con profonde ferite da taglio ad entrambe le mani e al torace e con un livello non profondo di penetrazione. Solo per puro caso il fendente non aveva provocato guai più seri, avendo colpito la cerniera del giubbotto indossato dal ragazzo. Considerato il grave episodio, così come previsto dai protocolli e dalla normativa vigente, il medico di turno ha immediatamente allertato le forze dell'ordine attraverso il numero di emergenza territoriale “112”. Sul posto si è portata una pattuglia della stazione Carabinieri di Cavriglia, che da un colloquio iniziale avuto con la vittima ha potuto ricostruire una prima sommaria dinamica dei fatti. Il 20enne ha raccontato ai militari di essere stato aggredito da una donna che lo aveva colpito con un coltello. Dopo aver individuato sia la zona dell'aggressione che la residenza della responsabile, gli uomini in divisa si sono mossi immediatamente alla ricerca della donna, che è stata rintracciata nella sua abitazione. Indossava ancora pantaloni e scarpe intrise di sangue e nel corso della perquisizione, eseguita anche con l'ausilio dei colleghi del Nucleo Radiomobile di Compagnia, è stata trovata una felpa in lavanderia, anche questa sporca di sangue, pronta per essere lavata.
Nel giardino di casa, seguendo le tracce ematiche, gli uomini dell'Arma hanno quindi recuperato un grosso ed affilato coltello da cucina, utilizzato per l'aggressione. A questo punto il quadro indiziario a carico della donna era diventato importante, ed è stata quindi arrestata con l'accusa di tentato omicidio. Il Pubblico Ministero della Procura di Arezzo ne ha disposto il trasferimento al reparto femminile della Casa Circondariale “Sollicciano” di Firenze, in attesa dell'udienza di convalida dell'arresto. Un fatto dio cronaca, insomma, molto grave che, per fortuna, non ha avuto risvolti drammatici. Il giovane è stato curato dal persona dell'ospedale di Santa Maria alla Gruccia. I Carabinieri ricordano che, nel rispetto dei diritti delle persone indagate, queste sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell'attuale fase del procedimento - indagini preliminari - fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.