
Cristina Acidini, curatrice della mostra. In alto: il direttore della Fondazione Guido d’Arezzo Cinatti accanto alla Chimera
Hanno messo la sveglia nell’ultimo giorno utile per la mostra di Vasari. Avevano quattro mesi comodi per perdersi tra le sale del museo di San Francesco, sfogliare il catalogo, fotografare la Chimera sia sul profilo destro che su quello sinistro. Ma come certi studenti hanno preferito lo sprint finale. E che sprint. Nella domenica della staffa sono stati 1311 i visitatori paganti, per un incasso di 11.593 euro. Ai quali si aggiungono 1037 euro del bookshop, sempre nel rush finale della kermesse. Il sindaco Alessandro Ghinelli lo annuncia nel suo profilo Facebook e allega alla notizia l’immagine malinconica del portone del museo che si chiude, si chiude alle spalle di un evento col saldo positivo. Il totale definitivo lo sapremo nelle prossime ore, quando le reti saranno tirate su in pubblico: ma la sintesi è che "Vasari. Il teatro delle virtù" ha trainato a San Francesco poco meno di quarantamila visitatori. La cifra sembrava essersi attestata a 35mila, poi la settimana finale ha fatto il miracolo. Tanto che la soglia dei quarantamila, fanno notare dalla Fondazione Guido d’Arezzo, sarebbe stata superata se solo febbraio avesse qualche giorno in più nel suo carniere. Cifra che resta lontana dagli oltre centomila della mostra storica di Piero della Francesca ma di sicuro la segnala tra le più importanti degli ultimi 40 anni ad Arezzo. E visto che "morta" una mostra se ne fa un’altra, qui si gioca addirittura su due. Nelle prossime ore, per l’esattezza domani, sempre il sindaco Ghinelli sarà a Londra per l’inaugurazione della passerella sul Trecento senese. La passerella bis, la prima ha rallegrato New York per mesi, ora tocca a quella oltre le bianche scogliere di Dover.
Ci sarà una preapertura domani per gli ospiti, tra cui i restauratori aretini e lo stesso sindaco. E poi l’ouverture al grande pubblico, in programma sabato, bucando la tradizionale nebbia inglese. E anche a Londra un posto di riguardo lo mantiene il Polittico di Lorenzetti, forse l’opera più suggestiva di tutta la passerella, con tutto rispetto per le altre. Di Lorenzetti c’è anche la bellissima Crocefissione arrivata dal museo diocesano di Cortona, tra l’altro una di quelle gallerie che nel tempo è stata rinnovata e rilanciata e meriterebbe ampiamente anche da sola la visita dei quarantamila sbarcati sul trono di Vasari.
Che ora chiedono a gran voce di avere una seconda possibilità. Su questo le bocche sono cucite. Si sa solo che d’estate si tornerà agli appuntamenti di arte contemporanea, di quelli con una ricaduta esterna e un generoso spazio anche in Fortezza. Ma che l’anno prossimo potrebbero porsi le condizioni per una nuova finestra su uno dei grandi artisti del Rinascimento. Che ci sia ciascun lo dice, chi sia nessun lo sa. In ogni caso meglio raddoppiare, abbiamo abbandonato nel tempo una rendita di posizione sul grande rock, non sarebbe male riconquistarla sul fronte dell’arte e delle grandi mostre. Che come Vasari ha dimostrato si incrociano bene anche con il pubblico di altri eventi, decisamente più popolari, come la Città di Natale. Dai prossimi giorni la Chimera se ne va a ruggire a Firenze e le opere tornano ai legittimi proprietari, lasciando il portone chiuso del museo. Ma se fosse solo un arrivederci?
Lucia Bigozzi