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Cronaca

Ventilatori nelle stalle per salvare gli animali

La siccità colpisce duro anche sugli allevamenti. Intanto Coldiretti rilancia: "Grano, olio, vino: coltivazioni a picco, rischio per i prezzi"

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di Angela Baldi

AREZZO

Gli agricoltori vedono evaporare insieme all’ultimo goccio d’acqua anche i raccolti. Colpa della mancanza di piogge che ha ridotto all’osso la maggior parte delle produzioni locali. L’estate 2022 ce la ricorderemo per il caldo torrido, i fiumi e i torrenti a secco, gli incendi un giorno sì e l’altro pure e la siccità record. Non piove da tempo e le previsioni non promettono niente di buono. E se per l’uso potabile il peggio è scongiurato grazie all’acqua dell’invaso di Montedoglio che raggiunge le nostre case, a piangere è soprattutto la campagna.

"Ci sono coltivazioni fiorite presto perché seminate prima, ma per quanto riguarda tutte le semine successive adesso stentano a crescere perché manca l’acqua – dice il direttore di Coldiretti Raffaello Betti – pensiamo al girasole per esempio che nonostante sia una coltivazione che non ha bisogno di molta acqua e che cresce anche in terreni ruvidi e collinari, per questo lo seminiamo in Valdichiana, a tutto c’è un limite. Il raccolto sarà ridotto all’osso quest’anno. Un problema che riguarda le coltivazioni della Valdichiana ma anche di tutte le altre vallate".

A soffrire sono tutti i tipi di cereali, in testa il grano. "Per quanto riguarda i vari cerali ci attestiamo sul 25% in meno di raccolto, sia per il grano tenero che per il grano duro, ma anche per orzo e avena e tutti i grani antichi – spiega Raffaello Betti - Sono numeri che conosciamo perché molte coltivazioni sono già state raccolte. La percentuale crescerà quando sarà il momento delle olive. La produzione qui calerà del 50%, dopo la fioritura degli olivi per la siccità sono caduti tutti i piccoli frutti. Ci sono zone più fresche che si salvano e in cui la situazione è migliore ma in generale la mancanza d’acqua riguarda tutto il territorio". Quest’anno avremo meno olio ma anche meno uva e di conseguenza meno vino.

E con le produzioni falcidiate dalla siccità è possibile che i prezzi si impennino. "La scarsità di pioggia ha inciso e inciderà anche sulla vite –continua Betti – e di conseguenza sulla produzione di uva con cali del 30%". Soffrono i campi e sono a secco le stalle, strette nella morsa della canicola, anche gli allevamenti sono in grave difficoltà. Per metterci una toppa gli allevatori utilizzano ventilatori e nebulizzatori per attenuare lo stress creato dalle alte temperature e portare un po’ di refrigerio in stalle e pollai, ma le misure non bastano. Serve l’acqua. Gli animali bevono molto di più: quasi il doppio rispetto ai periodi caratterizzati da condizioni climatiche meno severe.

In questa estate torrida anche l’accrescimento degli animali risulta ridotto, come ridotta è la produzione di latte e uova, con un danno gravissimo per le aziende già alle prese con il caro energia e i prezzi delle materie prime e dei concimi.

"La mancanza d’acqua riguarda anche gli allevatori, sia chi fa carne che chi fa latte – dice il direttore di Coldiretti - la temperatura alta stressa gli animali nonostante gli accorgimenti che i esistono nelle stalle come i ventilatori. Se la siccità e le minori produzioni si ripercuoteranno sui prezzi? E’ possibile ma quando aumentano i prezzi è a danno di produttore e consumatore finale, le impennate sono dovute a speculazioni e strategie di borsa. In un momento in cui in Italia si registra una grandissima riduzione della produzione di cereali che non riescono ad arrivare nemmeno dall’Ucraina, il prezzo del grano è sceso".