di Maria Rosa Di Termine
TERRANUOVA
Sul nuovo o i nuovi proprietari della Fimer la consegna è quella del silenzio. Rimane intatta la fiducia nella svolta decisiva, ma c’è anche la preoccupazione che eventuali fughe di notizie possano influire negativamente sull’iter procedurale di cessione avviato nel settembre scorso attraverso la comunicazione ufficiale del Ministero delle Imprese del Made in Italy pubblicata sul sito del dicastero.
La nota ministeriale confermava la sussistenza concreta di manifestazioni di interesse non di uno ma di più investitori, "società di primaria importanza che operano in Italia e all’estero", interessati ad acquisire lo stabilimento di Terranuova e le partecipazioni societarie estere del gruppo brianzolo specializzato nella produzione e progettazione di inverter. Al momento quindi bocche cucite anche da parte dei rappresentanti sindacali dei lavoratori, circa 260 i dipendenti rimasti in forza nella fabbrica valdarnese.
Tuttavia novità decisive e forse l’attesa fumata bianca con l’indicazione del nome dell’acquirente potrebbero essere questione di giorni e arrivare già all’inizio della prossima settimana. Un colpo d’acceleratore più che necessario tenendo conto anche della fine della cassa integrazione ad hoc per realtà produttive in regime di amministrazione straordinaria garantita agli addetti fino al 30 di questo mese. Se tutto andrà per il meglio, con la certificazione del passaggio di mano, l’ammortizzatore sociale sarà di sicuro uno dei temi di discussione sul tavolo di confronto con i sindacati per capire se vi sia la prospettiva di un’ulteriore proroga con la trasformazione in cassa ordinaria, oppure se sia inevitabile il ricorso ad un’altra forma di sostegno al reddito delle maestranze, come ad esempio il contratto di solidarietà, o ancora, come sarebbe auspicabile, se sia possibile il rientro al lavoro di tutti gli occupati.
A oggi però si tratta solo di ipotesi perché la riservatezza è ribadita costantemente dai Commissari straordinari del gruppo lombardo del solar, i professori Eugenio D’Amico, Gerardo Losito e l’avvocato Maurizio Ascione Ciccarelli, preoccupati che eventuali anticipazioni o illazioni possano causare ritardi o innescare addirittura ricorsi tra i competitor in lizza per l’acquisizione.