"Siamo in un limbo". Quando si parla del cantiere di via Filzi le similitudini si sprecano. C’è chi parla di "odissea", chi di un vero e proprio inferno. Con l’inizio dell’anno la situazione non sembra cambiata. Il progetto che doveva portare alla costruzione della nuova caserma della polizia municipale attraverso il meccanismo del leasing in costruendo, è diventato una spina nel fianco dell’amministrazione comunale che ne aveva fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale.
Oggi l’assessore Marco Sacchetti replica: "Siamo in un limbo". "Stiamo aspettando il parere degli esperti incaricati per capire se poter procedere con la proposta del soggetto aggiudicante, la banca Iccrea che è di fatto la proprietaria dell’immobile, o meno. Una valutazione che deve tener conto di aspetti giuridico legale, oltre che economico finanziario" spiega.
Tempistiche non ce ne sono, vista la complessità dell’argomento. "Si parlava di fine dicembre; mi auguro, ma è solo un auspicio, che la decisione arrivi entro la fine del mese" continua Sacchetti. Il punto è sempre lo stesso: "Siamo di fronte ad una situazione complessa, sia da riattivare, ma anche da risolvere nel caso la risposta degli esperti sia negativa. La condizione è del tutto simile a quella della ex Lebole".
Il progetto del Comune si è basato fin dall’inizio sul meccanismo del leasing in costruendo. Ma la storia di questo cantiere è costellata di problemi ed imprevisti. L’ultimo, solo in ordine di tempo, quello emerso nel consiglio comunale del 28 novembre: una delle imprese edili che erano parte del progetto e del raggruppamento temporaneo, è in stato di fallimento in seguito alla decisione del tribunale di Pisa. "Mentre eravamo in fase di convocazione di un sopralluogo propedeutico a effettuare lo stato di consistenza dell’immobile, perché comunque su di esso alcuni lavori sono stati effettuati, abbiamo scoperto che il soggetto mandatario è interessato da una procedura fallimentare" aveva spiegato l’assessore Marco Sacchetti dai banchi di palazzo Cavallo.
E mentre esperti cercano di trovare risposte e soluzioni, i residenti convivono con un cantiere in stato di abbandono che, ciclicamente, torna ad esser di interesse di malintenzionati e spacciatori. Nei giorni scorsi è infatti partito il terzo esposto che ha denunciato un nuovo allagamento oltre al fatto che le transenne, poste per delimitare il cantiere, siano di nuovo divelte. La loro richiesta è stata quella dell’interramento delle fondamenta, oltre al "ripristino delle condizioni di sicurezza, decoro e salubrità". In attesa che questa odissea trovi una fine.