
Il cantiere di via Filzi destinato a diventare nuova sede della Polizia Municipale
Arezzo, 29 aprile 2025 – Da progetto strategico per la sicurezza del quartiere a simbolo di abbandono. È il destino dell’area di via Filzi, dove sarebbe dovuta sorgere la nuova caserma, oggi ridotta ad area deserta e allagata. A fare il punto è l’assessore ai lavori pubblici Marco Sacchetti, che parla apertamente di una situazione “molto complicata” e ribadisce: “Non dipende da errori dell’amministrazione, ma da eventi imprevedibili.” La storia si complica da mesi: il Comune ha formalizzato la risoluzione del contratto con il raggruppamento di imprese vincitrici della gara per la costruzione della caserma, avviata con la formula del leasing in costruendo.
“Il contratto è stato risolto nella sua totalità ma la controparte sostiene una tesi diversa e ha fatto ricorso. Sarà un giudice a dirimere la questione”. Con la risoluzione, il cantiere è stato giuridicamente cancellato”: oggi l’area è privata, esattamente come un qualsiasi terreno appartenente a un soggetto privato. “Questo ci ha costretto a intervenire solo nei limiti consentiti dalla legge”, precisa l’assessore. Che aggiunge: “Dopo un sopralluogo con l’autorità sanitaria, che ha evidenziato rischi igienico-sanitari, abbiamo emesso un’ordinanza per la messa in sicurezza: eliminazione dell’acqua stagnante, chiusura di porte e finestre, e altre misure indispensabili”. Purtroppo, il privato proprietario ha impugnato anche l’ordinanza al Tar, ottenendo una sospensiva in attesa della discussione nel merito prevista entro poche settimane”. Sacchetti ammette: “Siamo con le mani legate. Non possiamo agire fino alla decisione del tribunale”. Intanto, la situazione peggiora.
L’acqua stagnante che ha invaso gli scavi non è solo pioggia, ma acqua di falda, destinata a restare senza interventi strutturali. “Non si tratta di un problema risolvibile con un semplice svuotamento occasionale. Servirebbe un sistema di pompaggio continuo, 24 ore su 24”.
Le preoccupazioni sanitarie crescono con l’aumento delle temperature. “La Asl ha segnalato il rischio di proliferazione di zanzare e altre criticità igieniche. La situazione può diventare molto seria se non si interviene rapidamente”. La delusione dell’amministrazione è evidente: il progetto di via Filzi, attraverso la realizzazione della caserma, avrebbe dovuto riqualificare una zona delicata della città. “Invece oggi quell’area rappresenta un elemento di degrado, non di sicurezza”, commenta l’assessore. Rispedisce al mittente le accuse. “La concessione di lavori pubblici era stata adottata proprio per garantire tempi più rapidi . Il concessionario avrebbe dovuto progettare, costruire e gestire l’opera, con interesse a completarla rapidamente. Purtroppo, siamo incappati in un evento rarissimo: il fallimento di uno dei soggetti durante i lavori”.
Sacchetti è chiaro sui tempi. “Non si risolverà entro l’estate. Anche se il Tar ci darà ragione, sarà necessario avviare nuove ordinanze e, se necessario, procedere con interventi sostitutivi. È un iter lungo e complesso”. Intanto, sui social network impazzano le immagini delle cosiddette “piscine di via Filzi“. Un fenomeno che il Comune conosce bene. “La presenza dell’acqua di falda è permanente. Non è un’emergenza passeggera, è un problema strutturale”. La questione ora è tutta nelle mani del Tar.