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Abdoullah Mballo, il 33enne aggredito con un macete venerdì scorso
Ancora qualche giorno e poi tornerà al suo posto, nel supermercato Conad di via Guido Monaco a fare vigilanza. E’ determinato Abdoullah Mballo, il 33enne aggredito con un macete venerdì scorso, il 14 febbraio, nel tardo pomeriggio. Nessun desiderio di cambiar vita o segni di paura. Solo i punti di sutura, 28, che il giovane nasconde sotto un cappellino di lana. "Ancora qualche giorno di riposo, ma il 26 febbraio tornerò di nuovo al mio lavoro. Paura? No, non ne ho. Quello che è successo poteva accadere ovunque e a chiunque. Io faccio il mio dovere. Non ho nulla di cui aver timore" spiega Abdoullah dal divano giallo di casa sua.
Un appartamento che condivide con altri connazionali. La cucina, la tazzina di caffè sul tavolo. Le stanze da letto. Segni di normalità, quella che Abdoul ha cercato da quando sei anni fa è arrivato in Italia dal Senegal. Venerdì, tutto quello che ha costruito in questi anni poteva svanire nel nulla, sotto i colpi di un macete.
"L’uomo che mi ha aggredito l’ho visto altre volte nel supermercato, e altre volte aveva cercato di rubare qualcosa. Quel giorno era già entrato, intorno alle 15 cercando di porta via un pacco di pistacchi. Si è avvicinato alle casse con due confezioni: una l’ha nascosta in tasca e l’altra ha fatto il gesto di pagarla. Me ne sono accorto e gli ho detto che avrebbe dovuto pagarle entrambe" racconta Abdoul.
"A quel punto l’aggressore si è allontanato dalle casse automatiche, che controllo, dirigendosi a quelle con i commessi. L’ho seguito ripetendogli che doveva pagare entrambe le confezioni. In quel momento l’uomo ha tirato fuori di tasca il pacchetto di pistacchi, lo ha aperto spargendo tutto il contenuto a terra, per poi andarsene. Prima però mi ha minacciato" continua a raccontare. E infatti dopo circa un’ora e mezzo l’uomo torna, armato.
"Mi sono rifugiato negli uffici mentre il responsabile del punto vendita chiamava la Polizia". Ma il peggio doveva ancora avvenire. "Alle 19 improvvisamente sento: ‘Attento’. Il tempo di voltarmi e ho visto l’uomo piombarmi addosso con un machete. Volevo scappare ma le porte del supermercato erano chiuse. Ho provato così a parare i colpi con un braccio: alla fine sono stato colpito alla testa" continua a raccontare. "Ho sentito il dolore e il sangue colare. Intorno il caos, la gente nel panico. Ho cercato di tranquillizzare tutti. "È ok", dicevo". Un collega mi ha fatto sedere".
Poi è partita la macchina dei soccorsi: è arrivata l’ambulanza che si è presa cura del giovane trasferendolo al pronto soccorso del San Donato da dove è uscito con 28 punti di sutura, insieme a tantissime chiamate e dimostrazione di affetto da parte di colleghi e clienti del supermercato. "Un affetto così grande che mi fa tornare al lavoro con ancora più soddisfazione, segno che sto facendo la cosa giusta".
Sul posto, quel pomeriggio, anche le forze dell’ordine che hanno fermato due "compagni" dell’aggressore che facevano da palo sul marciapiede e identificato l’uomo che dopo il primo alterco con Abdoul aveva acquistato in via Madonna del Prato l’arma; sarebbero sulle sue tracce.