
I familiari d. i Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli vogliono chiarezza
"Quello che è successo nella storia recente del Comando dei vigili del fuoco di Arezzo non può essere ignorato. Ci ha segnato tutti" interviene così Andrea Bindi, segretario provinciale Conapo, sindacato autonomo dei Vigili del Fuoco (è anche un apprezzato poeta), sulla terribile vicenda che ha visto morire tre pompieri aretini nell’arco di un anno e due mesi a causa dello stesso tumore raro, un glioblastoma di IV grado, dopo essere andati in pensione. "Tre colleghi e amici portati via in malo modo da patologie dalle origini e dal decorso estremamente simile hanno fatto accendere numerosi campanelli d’allarme sulle pericolosità "residua" legata al tipo di interventi che andiamo quotidianamente ad affrontare e che rischiamo di portarci dietro nei nostri dispositivi e nei nostri ambienti. La storia dell’amianto la conosciamo tutti, oggi la sensibilità per quello è già abbastanza alta, ma sono moltissimi i mostri letali che si nascondono nei fumi di oggi. È cambiato tutto. Deve cambiare anche l’attenzione da parte nostra ma soprattutto dell’amministrazione. Dobbiamo conoscerli e combatterli prima che sia tardi. Solo così non avremo perso invano i nostri amici".
È il motivo della battaglia che stanno portando avanti i famigliari dei tre vigili del fuoco morti: Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli hanno lavorato fianco a fianco per anni nella caserma di via degli Accolti. Ora i loro famigliari vogliono capire se, come ipotizzano, esiste una correlazione tra il tumore e i contenute nei Dpi in dotazione ai Vigili del Fuoco, le tute e le schiume antincendio. Il sospetto è che questi dispositivi di protezione possano invece nascondere un rischio invisibile e letale. "Sono sicuro che i nostri cari sarebbero felici di sapere che stiamo portando avanti questa causa, non per ragioni economiche, ma solo per mettere al sicuro i vigili del fuoco di ora. Chi è lì, ancora in caserma, c’è stato tanto vicino e continua a farlo. In prima linea Andrea Bindi, simbolo della nostra battaglia" ci ha detto Alessio Marraghini, figlio di Mario. Continua l’interesse per la battaglia anche da parte del nuovo comandante Fabrizio Baglioni, entrato in carica lo scorso ottobre: "Per far chiarezza sono stati interessati gli uffici sanitari centrali dai quali siamo in attesa di una risposta. La prossima settimana riceverò i famigliari delle vittime, se potrò dare il mio contributo con azioni negli uffici preposto, lo farò".
Conapo intanto ha inviato una nota al sottosegretario agli Interni Prisco evidenziando che "tre casi su un totale di circa 200 Vigili del Fuoco in servizio in un singolo comando rappresentano un’incidenza anomala che necessita di indagini approfondite a causa dello stridente contrasto tra la rarità con cui questa patologia colpisce la popolazione normale e l’altissima concentrazione tra gli operatori dello stesso comando dei vigili del fuoco di Arezzo".
Gaia Papi