GAIA PAPI
Cronaca

Vigili del fuoco, giallo delle tute. Sarà la prima verifica delle analisi lanciate dopo le morti sospette

Matteo, il figlio di una delle vittime, soddisfatto dell’immediato via all’indagine interna "Se ci sono altri casi in Italia vengano fuori". Domani l’atteso incontro con il comandante.

di Gaia Papi

"Ottimo che sia già partita un’indagine interna in collaborazione con l’Università di Bologna ed è già oltre tutte le nostre aspettative, in meno di una settimana. Però è fondamentale sottolineare che il problema è ben più ampio del solo glioblastoma e va oltre la questione dei Pfas" è Matteo Ralli, figlio di Antonio, uno dei tre vigili del fuoco aretini morti per un glioblastoma, a parlare. Lui che, all’indomani della morte del babbo, si era subito messo a fare ricerche per capire se esiste un nesso tra le morti per glioblastoma e le Pfas, o se ci siano altre cause che abbiano scatenato l’aggressivo tumore cerebrale.

Adesso sta per partire un’indagine interna che si snoderà in due direzioni: la prima con un accertamento condotto dall’Università di Bologna, appunto, il secondo sotto l’egida dell’Arpa. "L’obiettivo del programma di ricerca, condiviso all’amministrazione centrale dei vigili del fuoco con l’Università di Bologna è quello di capire quale sia la causa di queste tragedie" spiega il comandante dei Vigili del fuoco aretini, Fabrizio Baglioni. Con lui, domani, i famigliari di Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli, si incontreranno nella caserma dove i tre hanno lavorato per anni spalla spalla. Nel mirino delle ricerche ci sono le sostanze perfluorurate o polifluorate, particelle che si annidano nell’umido e la cui presenza, in eccesso, è cancerogena.

Le famiglie hanno da sempre ipotizzato la presenza delle Pfas negli equipaggiamenti e nelle schiume. "Per quanto riguarda le tute - spiega il comandante Baglioni - sarà importante verificare se queste particelle siano presenti nell’impermeabilizzazione".

Anche l’Arpa è stata chiamata a sciogliere l’interrogativo. Le analisi in questo caso saranno rivolte verso aria e acqua nelle sedi dei vigili del fuoco della provincia, negli spazi interni ed esterni. Ad Arezzo ma anche Cortona, Montevarchi e Bibbiena. Nei mesi scorsi un’analisi di Greenpeace aveva rilevato quantitativi fuori norma degli Pfas nell’acqua pubblica, ma tutto era poi rientrato dopo i controlli di Nuove Acque che avevano scongiurato ogni problema nell’acqua pubblica di Arezzo.

"E’ importante chiarire che i Pfas sono migliaia, e quelli rilevati da Greenpeace nell’acqua di Arezzo non sono gli stessi presenti nei dispositivi dei pompieri. Fare confusione su questo punto rischia solo di generare allarmismo inutile" spiega Matteo, che continua: "Circoscrivere il caso ad Arezzo sarebbe un errore.

E poi: Speravo che il grande interesse che hanno suscitato le nostre storie, tra i media e il mondo politico, i sindacati e i semplici cittadini, facesse venire alla luce altri casi. Siamo comunque speranzosi e ben felici di incontrare il comandante Baglioni, i vigili del fuoco rimarranno la nostra famiglia".