Arezzo, 5 marzo 2025 – Chiarezza sul caso dei tre vigili del fuoco morti a causa di una rara forma di tumore al cervello. E’ quanto chiedono i familiari di Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli, tutti deceduti nell’arco di un anno e due mesi dopo essere andati in pensione. Hanno lavorato fianco a fianco per anni nella caserma di via degli Accolti ad Arezzo.

Il sospetto dei familiari è che quella rara forma tumorale, il glioblastoma di IV grado, sia correlato all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuali in dotazione ai pompieri. Questa malattia, infatti, colpisce soltanto 3-4 persone su 100mila all’anno. Il timore è che il suo insorgere sia stato favorito dalla presenza di Pfas nelle tute e negli schiumogeni utilizzati dai vigili del fuoco.
Sul caso è intervenuto il sindacato di categoria Conapo, che in una nota inviata al sottosegretario agli interni Emanuele Prisco ha evidenziato come ''tre casi su un totale di circa 200 Vigili del Fuoco in servizio in un singolo comando rappresentino un'incidenza anomala che necessita di indagini approfondite a causa dello stridente contrasto tra la rarità con cui questa patologia colpisce la popolazione normale e l'altissima concentrazione tra gli operatori dello stesso comando dei vigili del fuoco di Arezzo''.
Il sindacato dei vigili del fuoco denuncia che nonostante ''studi internazionali hanno evidenziato il possibile legame tra l'esposizione ai Pfas e lo sviluppo di tumori cerebrali e che queste sostanze sembrerebbero essere contenute nei liquidi schiumogeni per uso antincendio e negli equipaggiamenti protettivi dei vigili del fuoco, in Italia non sono ancora state eseguite indagini approfondite tra i vigili del fuoco come il Conapo sollecita da tempo''.
''I familiari dei colleghi deceduti hanno il diritto di avere risposte chiare dallo Stato e i vigili del fuoco italiani hanno il diritto di conoscere i loro rischi lavorativi per poi attuare idonee misure di prevenzione'' ha spiegato Marco Piergallini segretario generale del Conapo.