GAIA PAPI
Cronaca

Il caso di Arezzo: vigili del fuoco morti di tumore, i familiari: “Vogliamo la verità, non i soldi”

I parenti dei pompieri scomparsi chiedono accertamenti: “Capire se il male è stato causato dal materiale che li doveva proteggere”

Il caso di Arezzo: vigili del fuoco morti di tumore, i familiari: “Vogliamo la verità, non i soldi”

Arezzo, 6 marzo 2025 – “Da lui ho imparato tutto. Anche cosa vuol dire essere un buon infermiere, ancora prima che me lo insegnassero all’università”. Alessio Marraghini parla di suo babbo Mario, uno dei tre vigili del fuoco di Arezzo morti, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, per lo stesso tumore raro, un glioblastoma.

Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli avevano lavorato fianco a fianco per anni nella caserma di via degli Accolti ad Arezzo. Un genitore, un esempio e un vigile del fuoco dal cuore grande.

Alessio Marraghini con il padre Mario, in una foto di anni fa
Alessio Marraghini con il padre Mario, in una foto di anni fa

“Io sono cresciuto in caserma. Ho sempre detto di non aver un solo babbo, ma quattro o cinque, quanti erano i suoi più fidati colleghi e amici”. Mario era entrato nei vigili del fuoco di Arezzo nel 1985. La caserma per lui era una seconda casa. Un vigile del fuoco nella divisa e nel cuore. Quella divisa Mario l’aveva appena al chiodo nel 2018, l’anno del pensionamento. “Esattamente un anno dopo si ammala. Era l’ottobre 2019. Durante una manovra con l’ambulanza si accorge che nel campo visivo di sinistra aveva difficoltà nel riconoscere gli ostacoli. Al pronto soccorso la tac mostra un’area sospetta che viene poi confermata dalla risonanza magnetica effettuata nei giorni successivi” racconta Alessio.

“Viene subito mandato alle Scotte di Siena in neurochirurgia dove viene operato. Babbo si riprende piuttosto bene, del resto è sempre stato una roccia” continua a ricordare il figlio. Poi arriva il Covid. Nemmeno la pandemia riesce ad abbattere il suo spirito. In quei mesi è molto attivo dei centri di vaccinazione, dove i vigili del fuoco in pensione si impegnavano nelle attività di logistica.

Ma nel settembre 2021 arriva la recidiva. La malattia è tornata, lo conferma la risonanza. Mario si sottopone a un secondo intervento. Anche in questo caso, come nel primo, seguono chemioterapia e radioterapia ma il 30 ottobre muore. “Pochi giorni dopo ci lascia anche Maurizio Ponti, collega di mio babbo. La malattia di Antonio Ralli invece è stata più rapida” spiega Alessio. Del tumore che lo aveva ucciso, lo stesso che si era portato via mio babbo e Maurizio, ho saputo solo alla camera ardente, era il dicembre 2023. Da quel momento abbiamo iniziato a fare delle ricerche con gli altri parenti”.

Le famiglie hanno fatto richiesta della causa di servizio post mortem, l’11 dicembre 2024 e ancora non hanno risposta. “Non vogliamo soldi. L’obiettivo è capire se ci può essere correlazione tra la malattia e i dispositivi di protezione individuale in dotazione ai vigli del fuoco. La letteratura ci dice che collegamento c’è con altri tumori, ma niente si sa del glioblastoma, un tumore troppo raro, ancora poco studiato”.

“Sono sicuro che tutti sarebbero felici di sapere che stiamo portando avanti questa causa, non per ragioni economiche, ma solo per mettere al sicuro i vigili del fuoco di ora” conclude Marraghini.

Interesse che è anche del comando dei vigili del fuoco di Arezzo. Il comandante Fabrizio Baglioni, entrato in carica lo scorso ottobre non si sottrae alle domande sulla vicenda: “Come ho potuto accertare dai documenti agli atti del comando, sono stati interessati gli uffici sanitari centrali dai quali siamo in attesa di una risposta. La prossima settimana, intanto, riceverò i familiari delle vittime, se potrò dare il mio contributo con azioni negli uffici preposto, lo farò”.